Milano, 21 apr. (Askanews) – Tra le tante installazioni e opere d’arte che è possibile incontrarle al Fuorisalone di Milano all’Università Statale ci sono le grandi tele colorate che Gianluigi Colin ha collocato nell’androne dell’Aula magna, quasi fossero dei drappi celebrativi. In realtà si tratta di tessuti prelevati dalla pulizia delle rotative dei quotidiani e dei libri, e quindi oggetti carichi della memoria di narrazioni, notizie, parole e immagini, quasi all’infinito. In questi materiali, Colin ha voluto evocare la simbolica rimozione di inesauribili storie, metafora della dimenticanza che avvolge il nostro presente, quasi fosse una coperta che tutto nasconde e sottrae alla vista. Intitolata “Time after Time”, l’installazione è realizzata insieme alla Galleria De Ambrogi.
Poco distante, nel chiostro principale dell’università, un altro artista che intorno alla parola e al segno della scrittura, nel suo caso spesso poetica, ha costruito la propria ricerca: Marco Nereo Rotelli, che insieme a Ever in Art ha presentato il progetto diffuso “Sit on the wor(l)d”, dedicato agli alberi e all’aria che respiriamo. Sui tronchi di recupero dipinti, l’artista veneziano invita i visitatori del Fuorisalone ad
ascoltare la voce degli alberi e della natura. Grazie a sensori tecnologici si potrà entrare nell’intimo della vita forestale, per avvicinarsi al valore della biodiversità. E magari scoprire un nuovo modo di pensare all’arte, anche in un evento glamour come il Fuorisalone.