Roma, 17 apr. (askanews) – Un operaio folgorato sul cantiere, ma abbandonato poco distante per evitare problemi con la legge. E’ questo il centro della vicenda che ha portato oggi all’esecuzione di 7 misure cautelari (di cui 3 custodie in carcere e quattro agli arresti domiciliari) nei confronti di altrettante persone, indagate, a vario titolo ed in concorso fra loro, per i reati di omicidio volontario con dolo eventuale, favoreggiamento personale aggravato continuato, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.
Principale indagato è Sebastiano Del Giudici di Sonnino, titolare di una ditta di trasporti. Secondo quanto ricostruito dagli investiagato del Nas di Latina, all’interno del deposito stava facendo costruire un lavaggio per i tir sotto ai fili dell’alta tensione. In carcere è finito lui e due operai che stavano facendo gettata di cemento e lavoravano in nero assieme alla vittima. Ai domiciliari due amministratori di fatto e due dipendenti dell’azienda del cemento.
L’indagine, denominata ‘Blackout’, è stata coordinata dalla Procura di Latina. I provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti anche con il supporto, nella fase esecutiva, di militari del Comando Provinciale di Latina e con Tecnici della Prevenzione Asl Latina, i Tecnici dell’UOC Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (P.e S.A.L.) del Dipartimento di Prevenzione Asl di Latina, che hanno collaborato nell’esecuzione del sequestro preventivo dell’area del cantiere edile.
Gli accertamenti – si aggiunge – sono iniziati dopo il ritrovamento a Sonnino, il 23 giugno dello scorso anno, nelle adiacenze di un cantiere edile, di un operaio in stato di “incoscienza e privo di respiro”. Il successivo trasporto e ricovero in terapia intensiva dell’ospedale di Latina non gli ha salvato la vita. Dopo poco più di 100 giorni di ricovero è arrivato il decesso. Con la denuncia-querela presentata dai familiari della vittima sono partite le verifiche preliminari. In breve gli approfondimenti medico legali, disposti dal pubblico ministero, hanno messo in luce una diversa dinamica dei fatti.
Il lavoro dei militari del Nucleo Antisofisticazioni pontino ha consentito di confermare le ipotesi investigative della Procura di Latina. E’ così emerso che l’incidente rivelatosi fatale era da ricondursi a un infortunio sul lavoro verificato all’interno di un cantiere edile di Sonnino. La vittima era stata colpita da una scarica elettrica accidentale ad alta tensione mentre erano in corso lavori relativi ad un getto di calcestruzzo commissionato da una società di autotrasporti, per la realizzazione di un parcheggio.
Le indagini hanno consentito di appurare, il successivo rinvenimento del lavoratore al di fuori del cantiere era da ricondursi a una messa in scena operata nel tentativo di inquinare quanto realmente accaduto; risulta inoltre che tutti gli operai dell’azienda interessata erano stati assunti “in nero” e che non era stata predisposta alcuna misura a tutela dei lavoratori stessi.
Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso agli investigatori del Nas di Latina di mettere in luce una attività tesa all’inquinamento delle prove; con particolare riguardo ai 3 soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia in carcere (ovvero il committente, il datore di lavoro e un operaio) le indagini hanno accertato anche un’illecita condotta nei riguardi del lavoratore, che ne ha determinato, quale conseguenza che alla luce delle indagini poteva essere evitata, la morte. Gli inquirenti aggiungono poi che oggi si è anche proceduto all’esecuzione del decreto di sequestro preventivo dell’area del cantiere edile ove è avvenuto l’incidente, sussistendo il concreto pericolo di protrarre e/o reiterare il reato.