Roma, 15 apr. (askanews) – Il Brasile cerca di mettere il suo peso come potenza neutrale negli sforzi diplomatici per un cessate il fuoco in Ucraina: al termine di una visita di diversi giorni in Cina il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha detto che gli Stati Uniti dovrebbero smettere di “incoraggiare la guerra” e che Usa e Ue dovrebbero “iniziare a parlare di pace”.
“Gli Stati Uniti dovrebbero smettere di incoraggiare la guerra e iniziare a parlare di pace, l’Unione europea dovrebbe iniziare a parlare di pace, in modo che si possa convincere Putin e Zelensky che la pace è nell’interesse di tutto il mondo”, ha detto il presidente brasiliano.
Lula ha parlato da Pechino prima di ripartire per il Brasile dopo un viaggio per rafforzare i rapporti economici e commerciali di Brasilia con il gigante asiatico e dopo aver incontrato il suo omologo cinese Xi Jinping. La Cina ha assunto nel conflitto ucraino una posizione di sostanziale vicinanza alla Russia, pur dichiarando di voler restare neutrale e di non voler inviare armi a Mosca.
Intanto sul campo continuano pesanti combattimenti sul fronte a Bakhmut, nell’Est dell’Ucraina, dove le forze russe hanno intensificato gli attacchi negli ultimi giorni annunciando più volte dei successi. Sempre nell’Est, a Sloviansk, un bombardamento russo su un complesso residenziale civile ha provocato almeno nove morti e proseguono le ricerche di altre quattro persone scomparse.
Sul fronte interno in Russia, si registrano ambigue aperture da Yevgeny Prigozhin, fondatore e capo dell’agenzia di mercenari Wagner Group, che sta prendendo parte alla guerra con un massiccio impiego proprio in prima linea a Bakhmut. Il servizio stampa di Prigozhin, ha pubblicato un testo in cui si afferma che “l’opzione ideale” sarebbe che la Russia cessasse la fase attiva della guerra e “si trincerasse saldamente” nei territori occupati. Allo stesso tempo Prigozhin, che ha ambizioni politiche e secondo diversi osservatori vorrebbe prendere il controllo del partito Russia Giusta, ha riconosciuto che l’Ucraina è uno “stato completamente orientato” ad essere una “nazione” piuttosto che considerarsi parte della Russia.