A Pomigliano d’Arco salta in extremis asse Pd-M5s, caos liste – askanews.it

A Pomigliano d’Arco salta in extremis asse Pd-M5s, caos liste

Incognita centro sinistra a poche ore da chiusura candidature
Apr 14, 2023

Napoli, 14 apr. (askanews) – A Pomigliano d’Arco è caos politico a poche ore dalla consegna delle candidature per le consultazioni amministrative del 14 e 15 maggio. Se da un lato lo schieramento del centro-destra è compatto, con oltre dieci liste, per l’appoggio all’ex sindaco Lello Russo, per sei volte primo cittadino della città industriale alle porte di Napoli, il centro-sinistra è quasi allo sbando.

Fino a questa mattina era data per certa l’intesa, che vedeva uniti anche Pd e M5s, sulla figura del giornalista 43enne Marco Iasevoli. Poi è stato lo stesso Iasevoli, attraverso i suoi profili social, a bloccare gli entusiasmi dei suoi sostenitori. “Dopo la proposta della coalizione di centrosinistra di candidarmi a sindaco, era comunque necessario fare delle verifiche politiche approfondite prima di accettare. Necessario e utile. Infatti, pochi minuti fa M5s ha comunicato di ritirarsi dalla coalizione. Tutto ciò in un quadro di scarsa coesione generale della coalizione stessa. Dunque è per me logico e – ha scritto – lineare comunicare la mia indisponibilità alla luce dei mutati equilibri politici”.

E’ dunque saltato del tutto l’asse che, nell’ottobre 2020, portò all’elezione di Gianluca Del Mastro, nome sul quale vi era stata la totale investitura dell’ex ministro degli Esteri e dell’allora esponente di spicco dei Pentastellati, Luigi Di Maio. Un primo laboratorio politico che, qualche tempo dopo, aveva portato anche a Napoli alla proclamazione dell’ex rettore ed ex ministro Gaetano Manfredi. In quella tornata elettorale il Movimento 5 stelle era stato votato dal 10,18% degli elettori pomiglianesi, con 2.459 preferenze, mentre il Partito democratico aveva ottenuto il 9,27% dei consensi e 2.238 voti. La vita da sindaco di Del Mastro è durata circa due anni e mezzo: è stato sfiduciato, infatti, nel febbraio scorso dopo che 13 consiglieri comunali, quattro dei quali di maggioranza (anche uno in quota Pd) e il resto di opposizione, avevano rassegnato le dimissioni. Un’amministrazione che aveva dovuto fare i conti non solo con l’emergenza pandemica ma anche con la spaccatura del Movimento 5 stelle e la fuoriuscita dello stesso Di Maio, poi bacchettato alle urne delle scorse Politiche. Da allora il leader di Impegno civico ha quasi annullato le sue uscite in pubblico a Pomigliano e anche i suoi fedelissimi in consiglio comunale hanno dovuto affrontare la propria avventura politica in acque poco tranquille.

I pentastellati, infatti, sono spariti dai banchi consiliari dopo il passaggio al partito di Di Maio. Destino non certo migliore per il Partito democratico che è, attualmente, spaccato: il segretario cittadino Eduardo Riccio, ex vicesindaco dimissionario, darà il proprio appoggio al candidato sindaco Lello Russo, mentre i restanti hanno tentato di giocare un’altra carta puntando su Iasevoli. Un nome sul quale, però, non c’è stata mai massima convinzione ritenendo la sua scelta “calata dall’alto” e non espressione del territorio. Rinascita, movimento politico che alla scorsa tornata elettorale aveva riscosso favore alle urne, già dopo nove mesi di amministrazione Del Mastro aveva lasciato la maggioranza e, anche in questa tornata elettorale, ha deciso di correre da sola proponendo un giovane candidato il cui nome è ancora top secret. La soluzione anti Russo era stata avanzata già qualche tempo fa quando si era ipotizzata la discesa in campo del professore universitario ed ex presidente della Provincia di Benevento, Aniello Cimitile che, però, aveva posto come condizione quella di rappresentare una candidatura di uno schieramento compatto. Cosa che, sin da subito, non è avvenuta.

Adesso i giochi sono saltati e resta un’incognita sia cosa decideranno i democratici sia cosa farà il Movimento 5 stelle. A Pomigliano c’è attesa, ma anche tanto nervosismo. Mentre decine di cittadini commentano in strada o sui social quello che sta accadendo, i politici sono trincerati nel più stretto riserbo. La notte sarà lunga, ma i conti devono tornare entro le 12 di domani.