Torino, 14 apr. (askanews) – “Un battito d’ali per portare nuova vita”: è lo slogan che ben sintetizza il progetto di ricerca che presto consentirà il trasporto di organi per trapianti, e altro materiale biologico in ambito medico, utilizzando un drone. Il progetto INDOOR (usINg Drones fOr Organ tRansportation) – promosso da Fondazione DOT-Donazione Organi e Trapianti – vede infatti il primo volo sperimentale entro fine aprile 2023, con l’obiettivo di arrivare a voli con più tipologie di droni e piattaforme entro i primi mesi del 2024.
“Apriamo una nuova strada che applichiamo alla medicina dei trapianti ma che è prevedibile possa avere un grande successo anche in altri ambiti della medicina: utilizzare dispositivi a pilotaggio remoto, quelli che noi chiamiamo ‘droni’ a beneficio della collettività per scopi sanitari – dice Antonio Amoroso, presidente della Fondazione DOT e direttore del Centro Regionale Trapianti Piemonte e Valle d’Aosta – Pensiamo che con i droni il problema di trasportare materiale biologico, sacche di sangue, organi, possa essere facilitato. I droni possono ridurre i costi e ridurre i tempi per quelle procedure che non hanno molti margini temporali a disposizione. Un trapianto va fatto in breve tempo, e quindi questo mezzo potrebbe consentire di migliorare tutta quanta l’organizzazione della medicina dei trapianti”.
In occasione della Giornata Nazionale della Donazione e Trapianto 2023, il progetto INDOOR è stato presentato alle Molinette, primo ospedale in Italia per numero e tipologie di trapianto. Il suo sviluppo vede il coinvolgimento di professionalità e competenze diverse che collaborano in una ottica interdisciplinare per risolvere molte delle necessità che il particolare tipo di trasporto pone. “Dal punto di vista della progettazione la scommessa principale è quella di mettere insieme tante tecnologie diverse che permettano di dimostrare la fattibilità di un volo di un drone all’interno di un ambiente urbano portando un carico estremamente delicato – spiega Marcello Chiaberge, professore del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni del Politecnico di Torino – Ma l’obiettivo futuro è quello di poter trasportare in sicurezza tra gli ospedali, e magari tra le varie città, degli organi evitando così tutta la problematica del traffico cittadino, garantendo la perfetta e totale tracciabilità del carico. Ovviamente garantire questi obiettivi implica tantissimo lavoro sia sulla tecnologia sia sulle complessità che derivano dalle normativa di volo che in questo momento sono forse il punto più critico e più difficile da gestire. E bisogna dire anche giustamente: perché volare in città e sicuramente qualcosa di decisamente rischioso e deve essere fatto con molta sicurezza”.
Il progetto affronta quindi domande e criticità in specifici ambiti che richiedono un superamento delle attuali soluzioni già impiegate nei droni. “Un upgrade necessario al quale stiamo lavorando riguarda il carico che si vuole trasportare – conferma Xia Yu Qi, ingegnere aerospaziale, borsista della Fondazione D.O.T. al lavoro sul progetto INDOOR – Vale a dire la creazione di un contenitore che sia adatto ad ogni specifico drone di cui magari diverse aziende ospedaliere dispongono o disporranno in futuro”.
Il drone – che in questi mesi abbiamo visto utilizzato come arma – può dunque rivelarsi come portatore di vita. Ma perché ciò accada, prima della tecnologia, prima della conoscenza medica, è necessario che ci sia da parte delle persone la scelta di donare. Per farlo è sufficiente comunicare la disponibilità alla donazione di organi al momento del rinnovo della carta d’identità superando, grazie ad una corretta informazione, il freno generato da pregiudizi e fake news. “Questa scelta va fatta perché è una scelta sicura – sottolinea Anna Guermani, coordinatrice regionale delle Donazioni e dei Prelievi di Organi e Tessuti Piemonte e Valle d’Aosta – Sicura perché gli organi e i tessuti vengono prelevati dopo la morte clinica e dopo l’accertamento legale. Il corpo viene trattato con rispetto e quindi riconsegnato alla famiglia senza essere deturpato. Bisogna scegliere di donare perché in qualche modo è un’assicurazione anche per la nostra vita”.
Il progetto di ricerca INDOOR è stato avviato nel 2021 dalla Fondazione DOT in collaborazione con un gruppo di partner istituzionali e tecnici: il Centro Nazionale Trapianti (CNT), il Centro Regionale Trapianti (CRT), l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Torino, l’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), il PIC4SeR del Politecnico (PoliTo Interdepartmental Center for Service Robotics), ProS3 (azienda specializzata nella progettazione di sistemi aerei a pilotaggio remoto), Mavtech (società di sviluppo di prodotti innovativi per la sorveglianza aerea e per il supporto operativo rivolto ad applicazioni civili), ABzero (startup che ha progettato e brevettato un contenitore sensorizzato per il trasporto di materiale biologico e di organi tramite drone) e LMA Aerospace Technology (azienda specializzata nella realizzazione di prodotti aerospaziali con tecnologie e materiali innovativi).
La presentazione del progetto che si è svolta alle Molinette ha vito la partecipazione anche di Giovanni La Valle, direttore generale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, di Daniele Camatti, responsabile ricerca e sviluppo ProS3, e di Anita Siletto, presidente di AITF – Associazione Italiana Trapiantati di Fegato.
A livello nazionale, il 2022 è stato un anno record per le donazioni e per i trapianti secondo i dati del Centro Nazionale Trapianti: complessivamente le donazioni di organi sono state 1.830 (+3,7% rispetto al 2021), quelle di tessuti sono state 11.031 con un 10,4% di incremento. I trapianti di organi sono stati 3.887, quasi 100 in più rispetto al 2021 con un aumento del 2,5%. Ma sono però ancora troppi le mancate diponibilità alla donazione registrate all’Anagrafe, mentre, su base annua, il numero delle persone in attesa di trapianto è più del doppio degli organi donati.