Milano, 14 apr. (askanews) – Il design italiano conta 36mila operatori, 20.320 liberi professionisti e lavoratori autonomi e 15.986 imprese, che hanno generato nel 2021 un valore aggiunto pari a 2,94 miliardi con 63mila occupati. Le imprese si distribuiscono su tutto il territorio nazionale, con una particolare concentrazione nelle aree di specializzazione del Made in Italy e nelle regioni Lombardia, Piemonte, Emilia – Romagna e Veneto, dove si localizza il 60% delle aziende. Sono alcuni dati che emergono dal report Design Economy 2023 di Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design.
Tra le province primeggiano Milano (14,3% imprese e 18,4% valore aggiunto nazionale) Roma (6,6% e 5,3%), Torino (5,1% e 13,3%). Le imprese operano per il 32,8% all’estero 24,2% extra EU, per il 44,8% su scala nazionale, mentre per il 22,4% su scala locale.
“La leadership italiana nel design conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del Made in Italy e protagonista nella sfida della sostenibilità”, ha detto Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola. “Nel pieno di una transizione verde e digitale, il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. Molti aspetti della nostra vita, così come molti settori, mutano: dalla metamorfosi della mobilità verso modelli condivisi, interconnessi ed elettrici, ai processi di decarbonizzazione e dell’economia circolare che stanno cambiando l’industria e le relazioni di filiera”, ha aggiunto Realacci.
Il tema della sostenibilità emerge come rilevante per il settore: l’87,4% degli intervistati ne sottolinea l’importanza nei progetti in corso, quota che arriva al 96,5% nel caso delle piccole-medie imprese.
“I prodotti, in un contesto di risorse scarse, dovranno necessariamente essere riprogettati per diventare più durevoli, riparabili, riutilizzabili”, ha sottolineato Realacci. “Il rapporto tra design e sostenibilità è alla base del nuovo Bauhaus europeo lanciato dalla presidente Von der Leyen per contribuire alla realizzazione del Green Deal europeo anche per questo l’Italia ne è una naturale protagonista. Perché, come scritto nel Manifesto di Assisi, affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”.