Roma, 12 apr. (askanews) – Gli Stati uniti hanno espresso oggi la volontà di cooperare con la Corea del Sud per chiarire la vicenda della presunta intercettazione di funzionari presidenziali di Seoul da parte del Pentagono, che è emersa dalla recente fuga di documenti dal Dipartimento alla Difesa americana. Lo ha riferito oggi il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin intervenendo alla commissione Esteri dell’Assemblea nazionale di Seoul, secondo l’agenzia di stampa Yonhap.
Park Jin ha detto che gli Stati Uniti prendono la questione “seriamente” e hanno “espresso la loro volontà di cooperare pienamente con il nostro governo attraverso una stretta comunicazione”.
La fuga di documenti del Pentagono ha provocato grandi polemiche e sconcerto in Corea del Sud. Dalla presidenza si è tentato di ridimensionare l’episodio, sostenendo che in quei documenti ci sarebbero state manipolazioni, mentre l’opposizione è partita all’attacco, definendo la notizia “molto deludente” e “dannosa per l’alleanza Sudcorea-Usa”.
Park ha affermato all’inizio della giornata che gran parte delle informazioni contenute nei documenti sembrano essere state falsificate, ma in seguito ha detto ai legislatori durante la sessione della commissione che “l’accertamento dei fatti è della massima importanza”.
Alla domanda se Seoul è disposta a impegnarsi con Washington sulla questione, Park ha detto che “non c’è argomento che non possa essere discusso” tra i due paesi e che la Corea del Sud ha chiesto agli Stati Uniti di condividere i dettagli dell’incidente dopo aver scoperto cosa fosse successo.
“Cercheremo di ottenere risultati che le persone possano comprendere e accettare in termini di sovranità e interessi nazionali”, ha affermato ancora Park, aggiungendo che le intercettazioni telefoniche stesse sono problematiche e che il governo “riesaminerà la richiesta di misure appropriate da parte degli Stati Uniti, se necessario”.
Secondo il New York Times e il Washington Post, tra i documenti riservati sfuggiti al controllo del Pentagono, ce ne sono alcuni che dimostrerebbero che i servizi segreti americani intercettavano le conversazioni nella presidenza sudcoreana a inizio marzo, mentre era in corso il dibattito sulla possibilità di fornire armi all’Ucraina.
Risolvere la questione è importante per Seoul anche alla luce del previsto vertice tra il presidente Yoon Suk-yeol e il presidente Usa Joe Biden, che è previsto per il 26 aprile.