Val di Non: stufe tra i filari per i ciliegi a rischio gelata – askanews.it

Val di Non: stufe tra i filari per i ciliegi a rischio gelata

Procedura suggerita da Fondazione Mach per salvare il raccolto
Apr 6, 2023

Malgolo – Val di Non (TN), 6 apr. (askanews) – Stufette a pellet per tenere al caldo i ciliegi durante la notte salvare così il raccolto. E’ il lavoro duro e complesso che i contadini in Val di Non, in Trentino, stanno affrontando in emergenza negli ultimi giorni. Dopo diverse settimane di clima mite, infatti, si è registrato un improvviso calo delle temperature che sta mettendo a rischio le piante che hanno già iniziato la fioritura. E così i contadini hanno posizionato lungo i filari le stufe alimentate a biomassa legnosa.

“Sono due notti che noi agricoltori tentiamo di salvare il nostro prodotto – racconta Ruggero Gabardi, agricoltore di Malgolo in Val di Non – Controlliamo le temperature quindi ogni ora. E alla sera si parte verso le 10 fino alle due di notte, e appena si vede che si abbassano le temperature si. Inizia a accendere i fuochi. Questa notte siamo partiti più tardi, verso le quattro, perché si era su un grado, un grado e mezzo; ma appena la temperatura è scesa a 05 abbiamo iniziato ad accendere”.

La pratica è tanto suggestiva quanto efficace e ha alle spalle una solida radice scientifica e metodologica: è stata infatti messa a punto a partire dal 2017 dalla Fondazione Edmund Mach, storico istituto per lo sviluppo della ricerca scientifica in campo agrario, e si rivela particolarmente utile per le ciliegie, molto sensibili agli sbalzi termici, soprattutto per la varietà Kordia, la più coltivata fra le colline trentine. “Sta iniziando la fioritura, ma per il ciliegio è il periodo più delicato perché anche se non c’è il fiore, ma solo la gemma ingrossata, subisce dei danni se si va sotto lo zero – prosegue Gabardi – Con questo metodo non riusciamo certo a recuperare totalmente le piante, però una parte di prodotto pensiamo di sì. Con i teli di copertura e accendendo questi fuochi sicuramente una parte si recupera, sperando sempre che la temperatura non scenda di molti gradi; anche perché ieri mattina era arriata a meno 5, meno 6 “.

L’accensione delle ‘stufette’ viene effettuata poco prima di raggiungere le temperature critiche; ed è preceduta dal posizionamento di teli che aiutano a non disperdere il calore, aumentando così l’efficacia dell’intervento. Un lavoro tutt’altro che semplice per i contadini, ma che si rivela fortunatamente efficace.