Roma, 30 mar. (askanews) – Era online da qualche giorno sul sito di Roma Capitale, e ieri, in un incontro nell’immobile occupato Spin Time, vi aveva fatto riferimento l’assessore capitolino al decentramento Andrea Catarci. Oggi l’assessore al Patrimonio Tobia Zevi lo annuncia ufficialmente: il Campidoglio ha pubblicato “il primo elenco dei beni immobili del patrimonio indisponibile capitolino. Con la pubblicazione della lista – spiega Zevi – ancora in costante aggiornamento, l’Amministrazione compie un primo grande passo di trasparenza, dando seguito alla Delibera 104 e avvia un nuovo corso di apertura del patrimonio e degli spazi di Roma”.
Nell’elenco sono censiti 953 immobili, di cui solo 186 risultano liberi, e il resto dei quali risulta affidato a associazioni, scuole, università, ministeri, strutture comunali, sindacati, chiese, ma anche entità differenti e da scopi eterogenei: società per azioni, negozi, pompe di benzina, assicurazioni, singoli proprietari. Nell’elenco dettagliato pubblicato l’indirizzo degli immobili “accompagnati da quante più informazioni possibili, come l’indirizzo, l’intestatario, i dati catastali e molto altro”, spiega Zevi.
Nello schema si prevede di accertare anche l’entità dell’eventuale canone in essere o dell’indennità di occupazione, da calcolare al 20% della sanzione secondo la delibera, ma anche l’esistenza di possibili provvedimenti amministrativi assunti negli anni precedenti. Al momento, infatti, secondo fonti dell’assessorato, si è provveduto a estrarre questi dati dalla documentazione esistente, relativa ai rapporti attivati in virtù delle delibere precedenti, ma non si sono tenuti sopralluoghi o controlli aggiornati per tutti gli immobili al momento della pubblicazione.
L’elenco, assicura per questo l’assessore nella sua nota, sarà integrato di pari passo con gli sviluppi del censimento del patrimonio, i cui risultati finali dovranno attendere almeno un paio d’anni, a quanto si apprende, e che costa al Campidoglio circa 8 milioni di euro.
Con l’approvazione del nuovo regolamento per l’assegnazione di immobili del Comune di Roma a scopi culturali e sociali, infatti, si è aperta per le associazioni e le realtà, anche private, che vogliono beneficiare del patrimonio pubblico, di presentare le domande per accedervi ex novo, con una manifestazione d’interesse oppure attraverso bandi, oppure per regolarizzare la propria posizione qualora presenti in occupazione o con una precedente convenzione scaduta. Nei prossimi giorni, ha aggiunto Zevi “chiederemo ai Municipi e ai Dipartimenti di Roma Capitale di arricchire questo primo elenco con i beni che sono loro già assegnati, e con il contributo di tutte le strutture comunali potremo davvero censire, conoscere e mettere a disposizione della cittadinanza l’intero patrimonio pubblico capitolino”.
Anche il presidente Pd della commissione capitolina Patrimonio Yuri Trombetti, coinvolto nelle scorse settimane nel ‘caso chat’ che aveva visto l’assessore interloquire informalmente sui contenuti del sui Piano casa con i leader di alcune occupazioni cittadine, si è unito all’annuncio dell’assessore Zevi: “la lista degli immobili – sottolinea Trombetti – richiesta tanto dalla maggioranza quanto dalle opposizioni, sarà integrata con i vari progressi del censimento e permetterà ai romani di conoscere dati e informazioni sui beni indisponibili di Roma Capitale”.