Roma, 28 mar. (askanews) – ‘I cani, la mia vita’. In queste poche parole, che sono anche il titolo della sua autobiografia, si riassumono la missione e gli ultimi 20 anni di Sara Turetta. Una storia di passione per gli animali, ma anche di coraggio, difesa dei diritti, non solo animali ma anche umani, che passa per l’Italia, la Romania e poi si espande in tutta Europa. Il libro, pubblicato nel 2022 anche in romeno con il titolo “Urme de bucurie”, è stato presentato dall’attivista, fondatrice e presidente di Save The Dogs and Other Animals Italia, anche a Roma, nella sede dell’Ambasciata di Romania. A margine dell’evento Sara Turetta ha raccontato ad askanews cosa l’ha portata la prima volta in Romania e cosa non l’ha fatta più tornare indietro, in un continuo di dolori, passioni, gioie, stop, traguardi e nuovi obiettivi.
‘Sentivo il bisogno di guardare indietro e vedere quale era stato il percorso, quali erano stati gli errori e i successi, cercando di non essere troppo severa con me stessa come è successo in passato – ha spiegato Turetta parlando della decisione di scrivere l’autobiografia – guardando avanti, cioè cosa ancora non ho fatto, senza soffermarmi su ciò che è stato raggiunto. E’ stato doloroso, perché ho ripercorso dei momenti difficili, ma mi sono anche resa conto di come tutto abbia avuto un senso, con un’evoluzione dell’associazione, ma anche mia personale, umana e professionale’.
‘Sono arrivata in Romania per la prima volta nel 2001, e poi nel 2005 a Cernavoda, e mi sono buttata a capo fitto in questa avventura e forse se fossi stata troppo consapevole non sarei partita, perché mi è costato tantissimo in termini di fatica personale. Facevo tutto, dalle pulizie all’assistente veterinaria, all’autista. Vivere a contatto costante con il dolore e la sofferenza degli animali e con la crudeltà degli uomini è qualcosa che per le persone sensibili come me significa sfidare la parte più fragile di noi stessi’, ha aggiunto l’attivista parlando del periodo di difficoltà personale, ‘del burnout’. ‘Essere così immersi in una causa mi ha portato alla depressione, quando hanno ucciso tutti i cani che avevo sterilizzato non trovavo le forze per andare avanti, però questo è stato anche il momento della svolta, della maturità – ha aggiunto – ho superato la convinzione che se mi fossi dedicata totalmente a quel problema lo avrei risolto’.
Save The Dogs and Other Animals Italia ‘per me è come un figlio, non potevo concepire l’idea di abbandonare questo figlio, anche pensare di tornare a lavorare nella comunicazione a Milano non ha mai attecchito veramente: sono rimasta convinta che fare del bene agli animali e di conseguenza alle comunità dove questi animali vivono è un bene’, ha spiegato parlando delle battaglie che hanno portato alla nascita della clinica-rifugio Footprints of Joy, la prima in Romania a garantire condizioni ottimali per i cani, con standard altissimi a livello internazionale con un team internazionale di 50 persone, un modello che ‘sta ispirando anche le associazioni e le amministrazioni locali romene’.
Ad oggi sono oltre 8.200 le adozioni realizzate in Europa, oltre 2.000 le sterilizzazioni in Italia con il programma #NonUnoDiTroppo (in Campania e in Calabria), 2.000 gli animali assistiti ogni anno nella clinica veterinaria costruita in Romania, 41.200 i cani e i gatti sterilizzati finora gratuitamente nel Paese, 70 i cani dei senza dimora raggiunti regolarmente dall’unità di strada a Milano. In Italia ‘ci siamo attivati dal 2019 avviando dei progetti di sterilizzazione cercando dei partner locali in zone difficili, come Campania e Calabria, due delle regioni con il numero maggiore di animali rinchiusi nei canili a volte in mano alla criminalità organizzata, in Campania sono ben 20mila. Con questi partner organizziamo campagne di sterilizzazioni e abbiamo sfiorato i 2.000 interventi con un lavoro fatto anche in pandemia con associazioni e veterinari locali’, ha raccontato.
‘Ma se in Campania c’è stato un lavoro straordinario che è stato fatto sul concetto e l’utilità della sterilizzazione già prima del nostro intervento, e abbiamo centinaia di richieste in lista di attesa, in Calabria la situazione è nettamente diversa e più arretrata, come quella che avevo riscontrato a Cernavoda 20 anni fa’, ha denunciato.
‘Adesso che l’associazione ha raggiunto ‘la maturità’ andiamo avanti con i progetti e per i miei 50 anni, fatti da poco, abbiamo lanciato ‘Vite connesse’, un programma di lavoro e una visione per valorizzare la relazione di arricchimento e aiuto reciproco tra esseri umani e animali, attraverso percorsi inclusivi che stimolino la conoscenza e l’empatia di chi vive ai margini della società – ha illustrato Turetta – un progetto per aiutare le persone e gli animali nelle comunità locali sia in Romania sia in Italia con l’obiettivo di investire sempre di più nel rapporto tra animali domestici e persone, in particolare quelle più fragili e vulnerabili, sviluppando attività che siano di profondo beneficio per entrambi, per i bambini disabili, per i detenuti, con un protocollo con il carcere di Poarta Alba in Romania, non solo per far venire i detenuti a lavorare con i nostri animali ma anche per organizzare dei laboratori di psichiatria all’interno che unisca i temi ambientali a quelli di tutela degli animali, come la costruzione dei cucce con materiali di riciclo da donare poi alle persone che raggiungiamo nei villaggi’.
“Per oltre 20 anni Save the Dogs si è dedicata a contrastare i fenomeni dell’abbandono e del randagismo, del controllo della popolazione canina e felina, ‘Vite connesse’ è un altro tassello, perché ci rendiamo sempre più conto che l’impegno di Save the Dogs non può prescindere dalla tutela dei diritti umani, legati a doppio filo ai diritti animali, noi attivisti dobbiamo volgere sempre di più lo sguardo alla componente umana’ e lo facciamo con queste iniziative e anche grazie alle visite ‘dei bambini nella nostra clinica’ e ‘il lavoro con gli animali al centro per i bambini autistici’. Un progetto che si sviluppa sia in Romania che in Italia per ‘migliorare il destino di chi vive ai margini della società, che è unito dalla medesima mancanza di diritti e solo tenendo tutto insieme possiamo rendere il mondo un posto migliore’, ha sottolineato la presidente.
‘Vite Connesse’ prevede anche la sinergia con realtà non profit già presenti sul territorio e impegnate sul fronte umanitario con interventi “porta a porta” nei villaggi delle zone rurali in provincia di Costanza con la distribuzione di beni di prima necessità agli animali garantendo cure veterinarie gratuite e sensibilizzando le famiglie sul tema del benessere.Poi a Castel Volturno prenderà l’avvio il progetto di sensibilizzazione ed educazione rivolto ai minori che vivono in condizioni di fragilità sociale, per promuovere un rapporto rispettoso ed empatico verso gli animali e innescare un cambiamento positivo nelle nuove generazioni, prevenendo forme di maltrattamento e comportamenti violenti. Tra le iniziative anche l’assistenza domiciliare agli equini da lavoro nelle campagne di Cernavoda e l’mpliamento di “Amici di Strada, compagni di vita” per il potenziamento del progetto avviato a Milano nel 2021, con lo scopo di intercettare i bisogni dei nuovi poveri e di sostenerli nella convivenza con il proprio animale, prevenendo altresì l’abbandono.
‘In Romania, la nostra è una clinica sociale, che include, curiamo gratuitamente gli animali che ci vengono portati, dopo la diffidenza iniziale, dopo 20 anni che offriamo un servizio per passione e non per interesse, credo che la nostra testimonianza stia cambiando la percezione anche di cosa significa avere un animale. La politica locale e nazionale è in ritardo rispetto alla società. La legge del 2013, che da un lato contiene l’aspetto positivo dell’obbligatorietà della sterilizzazione per chi ha un cane, ha in sè il problema che non viene applicata e che non c’è accesso a servizi veterinari se non nella grande città. E i soldi vengono utilizzati soltanto per ‘cattura e uccidi’. A Bucarest non li sopprimono ma ci sono 2.000-3.000 cani chiusi in pochissimi canili e che soffrono vivendo in una situazione inimmaginabile. Il problema è stato messo sotto il tappeto’.
Inoltre, in Romania resta ‘inesistente l’adozione e con la crisi economica è sempre più difficile mandare i cani in adozione all’estero’, ‘l’aumento della sensibilità passa per comprare il cane di razza, ma non lo adotto’. Un problema che non riguarda solo la Romania, ma anche l’Italia, dove i canili ‘scoppiano’. ‘Nel nostro Paese credo che l’urgenza sia rivedere la legge 281 sul randagismo che ha 30 anni: abbiamo 130mila cani rinchiusi, con una spesa che oscilla tra i 180 e i 220 milioni all’anno. C’è troppa autonomia per le Regioni che possono decidere come gestire il tasso di occupazione dei canili, con paradossi di canili con oltre 1.000 unità ciascuno, un risultato che non tutela gli animali ma neanche le comunità perché si spendono fondi enormi per tenere gli animali in queste ‘prigioni’ a vantaggio soltanto di chi li gestisce. Faccio un appello affinché il nuovo governo prenda in mano il tema della revisione della legge coinvolgendo le associazioni no-profit: la sterilizzazione deve essere un cardine mentre fino ad ora non lo è stato. E serve una campagna di sensibilizzazione sulle adozioni’.
Save the dogs ha anche lavorato in Ucraina dall’inizio del conflitto con una postazione di assistenza al confine con la Romania, ma in Ucraina ‘la situazione è 20 anni indietro a quella della Romania, l’associazionismo è agli albori, non c’è il tema della sterilizzazione, c’è una cultura dell’animale da compagnia, soprattutto nelle città, ma non c’è consepevolezza sulla necessità di arginare le nascite. Dopo la chiusura del posto di assistenza alla frontiera mandiamo diverse centinaia di tonnellate di mangimi regolarmente, derrate che vengono smistate attraverso attivisti locali anche nelle zone del fronte. E a Odessa partiremo a breve con 800 sterilizzazioni gratuite, perché bisogna agire a monte perché la situazione sta precipitando’, ha annunciato la presidente dell’associazione.
(Di Daniela Mogavero)