Bologna, 28 mar. (askanews) – Per lanciare la raccolta firme e chiedere una legge di iniziativa popolare sui criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari salì su un canotto e attraversò tutta piazza Maggiore ‘navigando’ sulle teste di migliaia di persone radunate per il primo V-Day. A distanza di sedici anni Beppe Grillo è salito sul palco del teatro Duse di Bologna: non ci sono battaglie politiche da fare e il Movimento 5 stelle non è più al governo, ma il leader storico mantiene la sua grinta contro il sistema politico italiano.
“Questa è una città straordinaria, abbiamo cominciato tutto qua: il V-Day, il canotto in piazza Maggiore, la prima proposta ecosostenibile l’abbiamo fatta qua. Tutti quelli che abbiamo mandato affan… cominciando qui da Bologna adesso sono tutti al governo”. Così Grillo ha cominciato il suo spettacolo “Io sono il peggiore” alla presenza di quasi un migliaio di spettatori, per lo più militanti del movimento. “Io non so perché devo essere considerato il peggiore, quando invece ero il migliore. Questa sera vorrei cercare di capirlo con voi” ha esordito il comico genovese.
“Non siamo né sconfitti né vincenti”, ha detto Grillo in uno dei pochi passaggi dello spettacolo in cui ha fatto un cenno diretto alle vicende politiche italiane e al futuro del Movimento 5 stelle. “Le nostre idee sono quelle che andranno avanti: ci metteranno il cappello sopra, le trasformeranno, ma le idee devono essere così, entro dieci anni avremo il reddito universale incondizionato, sono queste le idee del futuro. Le trasformeranno, metteranno le loro firme, cercheranno di annullarci la memoria. Ecco perché sono tornato nella memoria, per non essere annullato nella memoria”.
Secondo Beppe Grillo siamo assistendo a un “furto delle parole”. Un ragionamento subito infarcito di ironia: “si prende una frase del nostro inno nazionale, fratelli d’Italia, e tutte le volte che canto il mio inno mi vengono in mente i personaggi del circo Braum: il nano, la nana, l’uomo forte, la donna barbuta e l’uomo barbuto”. Un passaggio è riservato anche all’ex premier e leader di Forza Italia: “Berlusconi? Non riesco neanche più a definire cos’è. Sembra il nonno di Crozza che imita Crozza che imita Berlusconi. Questo è il massimo di satira politica che mi viene in questo momento”.
Grillo ha raccontato anche della sua visita all’ambasciatore cinese a Roma, Jia Guide, al quale ha donato un palloncino: “È la sonda che stava sopra casa mia, gliel’ho riportata”; del giorno in cui ha incontrato il presidente uruguaiano José Mujica da un parrucchiere perché nella sede della Cisl non volevano farlo entrare; delle sue telefonate con Romano Prodi; dell’incontro con Mario Draghi: “Avevamo pregiudizi uno nei confronti dell’altro, poi ci siamo mandati messaggi ironici”.
Durante lo spettacolo il leader Cinquestelle ha dato spazio alle domande del pubblico. Uno su un biglietto scrive: “Parlaci del tuo rapporto con Moby” alludendo all’inchiesta della procura di Milano che vede indagati Grillo e Vincenzo Onorato, patron del gruppo Moby, entrambi accusati di traffico illecito di influenze. Il comico ha raccontato la sua difesa e poi ha concluso rivolgendosi allo spettatore: “La sapevi questa verità? Avevi dei dubbi? Se avessi avuto bisogno di soldi me li facevo dare direttamente in mano, in una busta. Vedremo, il processo va avanti, si farà luce. Però passano gli anni e i gradi di giudizio e uno intanto rischia di chiudere. Questa è la profondità dell’ingiustizia della giustizia. Io ci sto passando, chi ha a che fare con la giustizia capisce che c’è qualcosa di strano”.
Pochi secondi per liquidare chi gli chiedeva un commento sui cacciati e i delusi del M5s. “Parlaci di Di Maio” gli ha chiesto un signore dalla platea. Uno sguardo di ghiaccio: “No” ha risposto Grillo da Bologna.