In libreria “Veni, Vidi, Eni 2” di Gianfranco Peroncini
Milano, 17 gen. (askanews) – Chi ha ucciso Enrico Mattei? Prende le mosse da questo interrogativo su uno dei grandi misteri italiani il libro di Gianfranco Peroncini “Veni, Vidi, Eni 2 – L’attentato di Bascape?. Sette mandanti per sette sorelle: un delitto “abissale” (Byoblu).
Nelle pagine del secondo volume dello storico e giornalista milanese dedicato a Mattei e’ coperto un arco fondamentale di storia italiana che cuce e disegna l’ultimo tratto della parabola professionale ed esistenziale del numero uno dell’Eni. In un quadro di lacerante attualita’ che dalla firma a Mosca nell’ottobre 1960 dello storico accordo per la fornitura di greggio sovietico approda all’attentato del 27 ottobre 1962.
Purtroppo, scrive l’autore, la paradigmatica e straordinaria vicenda del manager di Stato Mattei finisce schiacciata dal tenebroso “giallo” della sua morte, attirando attenzioni curiose lasciando in secondo piano gli incredibili risultati economici, sociali e diplomatici ottenuti dal fondatore dell’Eni. Come la sua lucidissima visione del quadro di situazione complessivo.
“Mattei – spiega Peroncini – amava infatti ripetere che non esiste indipendenza politica senza indipendenza economica e aveva compreso che un’ampia disponibilita’ di energia era condizione essenziale e necessaria per la ricostruzione e lo sviluppo del paese. Come vediamo oggi nelle more e negli effetti non casuali della guerra in Ucraina”.
Il presidente dell’Eni venne stroncato alla vigilia di accordi energetici e diplomatici decisivi con l’amministrazione Kennedy, l’Algeria di Ben Bella e la Francia di de Gaulle che avrebbero definitivamente consolidato la posizione dell’Italia, lanciata in pieno boom economico, nel rango delle societa’ piu’ sviluppate del pianeta.
“I mandanti e gli esecutori dell’assassinio di Mattei resteranno per sempre ignoti ai risultati delle indagini giudiziarie – sottolinea l’autore – Ma una direzione di ricerca al di fuori degli schemi, nei rigorosi canoni del quadro di situazione storico di quegli anni, conduce, secondo la logica di un’indagine basata sull’et et e non sull’aut aut, a un’ipotesi di lavoro inedita. Il cui giudice ultimo sara’ solo il lettore”.
Ma, quindi, chi ha ucciso Mattei? Lo abbiamo chiesto direttamente all’autore: “Dati i decenni passati e i depistaggi organizzati non sapremo mai per certo chi ha ucciso Mattei – spiega – Nessuna delle ipotesi singole, mafia, sette sorelle, Cia, Cefis, Oas, Mossad e quant’altro, e’ praticabile in quanto nessuna aveva lo status per decidere, organizzare, depistare e gestire in autonomia la scomparsa di un personaggio la cui dipartita avrebbe creato sconquassi e disequilibri a livello mondiale nello strategico campo dell’industria petrolifera”.
“Non resta che l’ipotesi, a quanto ci risulta mai concretamente esplorata in precedenza, del Deep State – aggiunge l’autore del libro – Che come vedremo ha il vantaggio di riunire e assimilare tutte le altre all’interno di una verticale gerarchia progettuale in grado di servirsi strumentalmente di frammenti di organizzazione altrui, arrivando ad armonizzare, per mezzo di una sintesi superiore, desiderata diversi e non contigui. Non e’ una fumisteria complottista. Si tratta di una realta’ che ha molti, illustri e insospettabili “padri nobili”. Tra cui due ex presidenti degli Stati Uniti, come si ricorda nel libro. E non stiamo parlando di Donald Trump”
Chi uccise Mattei? Un libro esplora la pista del Deep State
Milano, 17 gen. (askanews) – Chi ha ucciso Enrico Mattei? Prende le mosse da questo interrogativo su uno dei grandi misteri italiani il libro di Gianfranco Peroncini “Veni, Vidi, Eni 2 – L’attentato di Bascape?. Sette mandanti per sette sorelle: un delitto “abissale” (Byoblu).
Nelle pagine del secondo volume dello storico e giornalista milanese dedicato a Mattei e’ coperto un arco fondamentale di storia italiana che cuce e disegna l’ultimo tratto della parabola professionale ed esistenziale del numero uno dell’Eni. In un quadro di lacerante attualita’ che dalla firma a Mosca nell’ottobre 1960 dello storico accordo per la fornitura di greggio sovietico approda all’attentato del 27 ottobre 1962.
Purtroppo, scrive l’autore, la paradigmatica e straordinaria vicenda del manager di Stato Mattei finisce schiacciata dal tenebroso “giallo” della sua morte, attirando attenzioni curiose lasciando in secondo piano gli incredibili risultati economici, sociali e diplomatici ottenuti dal fondatore dell’Eni. Come la sua lucidissima visione del quadro di situazione complessivo.
“Mattei – spiega Peroncini – amava infatti ripetere che non esiste indipendenza politica senza indipendenza economica e aveva compreso che un’ampia disponibilita’ di energia era condizione essenziale e necessaria per la ricostruzione e lo sviluppo del paese. Come vediamo oggi nelle more e negli effetti non casuali della guerra in Ucraina”.
Il presidente dell’Eni venne stroncato alla vigilia di accordi energetici e diplomatici decisivi con l’amministrazione Kennedy, l’Algeria di Ben Bella e la Francia di de Gaulle che avrebbero definitivamente consolidato la posizione dell’Italia, lanciata in pieno boom economico, nel rango delle societa’ piu’ sviluppate del pianeta.
“I mandanti e gli esecutori dell’assassinio di Mattei resteranno per sempre ignoti ai risultati delle indagini giudiziarie – sottolinea l’autore – Ma una direzione di ricerca al di fuori degli schemi, nei rigorosi canoni del quadro di situazione storico di quegli anni, conduce, secondo la logica di un’indagine basata sull’et et e non sull’aut aut, a un’ipotesi di lavoro inedita. Il cui giudice ultimo sara’ solo il lettore”.
Ma, quindi, chi ha ucciso Mattei? Lo abbiamo chiesto direttamente all’autore: “Dati i decenni passati e i depistaggi organizzati non sapremo mai per certo chi ha ucciso Mattei – spiega – Nessuna delle ipotesi singole, mafia, sette sorelle, Cia, Cefis, Oas, Mossad e quant’altro, e’ praticabile in quanto nessuna aveva lo status per decidere, organizzare, depistare e gestire in autonomia la scomparsa di un personaggio la cui dipartita avrebbe creato sconquassi e disequilibri a livello mondiale nello strategico campo dell’industria petrolifera”.
“Non resta che l’ipotesi, a quanto ci risulta mai concretamente esplorata in precedenza, del Deep State – aggiunge l’autore del libro – Che come vedremo ha il vantaggio di riunire e assimilare tutte le altre all’interno di una verticale gerarchia progettuale in grado di servirsi strumentalmente di frammenti di organizzazione altrui, arrivando ad armonizzare, per mezzo di una sintesi superiore, desiderata diversi e non contigui. Non e’ una fumisteria complottista. Si tratta di una realta’ che ha molti, illustri e insospettabili “padri nobili”. Tra cui due ex presidenti degli Stati Uniti, come si ricorda nel libro. E non stiamo parlando di Donald Trump”