Roma, 22 mar. (askanews) – Un fenomeno tutto italiano permette a chi non è iscritto negli apposti albi di fare da intermediario e ricevere in contanti la ricompensa per la propria attività. Dai professionisti del settore, una proposta che, affidandosi a un semplice telefonino, permette di abbattere l’ostacolo e garantire il consumatore finale. Nel rispetto delle norme vigenti
Un Qr code per combattere provvigioni ricevute sottobanco. I Mediatori creditizi e gli Agenti in attività finanziaria devono, per svolgere la propria attività, essere iscritti in un apposito albo, ma un fenomeno tutto italiano supera l’ostacolo e permette a chiunque di poter segnalare un cliente per un prestito o una cessione del quinto e percepire, a nero, la percentuale pattuita: “Accade spesso – spiega Alfredo Verna, Ceo di Finvera – che ci si improvvisa in un ruolo che invece deve esser svolto secondo una ben precisa etica professionale. L’Oam, l’Organismo competente in via esclusiva e autonoma per la gestione degli elenchi degli Agenti in attività finanziaria e dei Mediatori creditizi, nasce proprio con questo obiettivo: affidare a persone preparate e con regole rigide un lavoro che, sotto diversi aspetti, è delicato. Purtroppo, però, la realtà è un’altra”.
La realtà, quella che si vive ogni giorno, fotografa invece un modus operandi decisamente diverso: “Si vedono spesso in diversi contesti – dice ancora Verna – punti di aggregazione sociale ed economica che fanno da back office per raccogliere i desiderata di persone in cerca di liquidità. Per questo ho pensato che affidarsi alla tecnologia potesse superare il problema. Come? Nelle mie locandine ho inserito un Qr code che permette a chi ne avesse bisogno di aprire in automatico, con un semplice telefonino, un modulo da riempire per chiedere il finanziamento. Ma non solo. Sempre attraverso l’utilizzo del Qr code, grazie all’ausilio di una società specializzata come la Ubigle, abbiamo sviluppato un sistema di realtà aumentata consente di comprendere ancor più facilmente la procedura da eseguire. Infine, il Qr code, è dotato di codice alfanumerico che permette di riconoscere l’origine del lead. Questo permette, se il contratto dovesse andare a buon fine, di pagare la pubblicità a chi quel lead lo ha prodotto. Denaro sul quale poi si pagheranno regolarmente le tasse”.
Una sorta di porta a porta tecnologico che, da un lato, garantisce la qualità professionale e, dall’altro, il rispetto delle norme vigenti: “Pagare la pubblicità a esito positivo -afferma Verna- e rinnovare ogni due mesi il rapporto in base al flusso prodotto, permette al consumatore finale di poter affidarsi a persone che, essendo iscritte all’Oam, hanno la sensibilità adatta e la professionalità richiesta. Ma non solo: il metodo che adotto ha il pregio di azzerare quel fenomeno, tutto italiano, che si basa appunto su provvigioni non dichiarate e saldate in contanti, con tutte le conseguenze del caso. Fenomeno peraltro che, in molti casi, si annida in centri di aggregazione che nascono invece per tutelare i diritti. Un controsenso”.
La tecnologia, dunque, ma non solo. Il nero lo si può combattere anche in altri modi: “Sono del parere -sostiene Verna- che si debba trovare una soluzione per poter affrontare e superare questa situazione diffusa e scarsamente corretta. Sono in tanti, per la loro attività, a ricevere e trattare i dati sensibili delle persone. Penso, ad esempio, ai Caf e ai Patronati che, lavorando sull’Isee o sulla la Dichiarazione dei redditi, sanno tutto di chi a loro si rivolge. Penso ancora agli Agenti immobiliari che, occupandosi della compravendita di appartamenti, spesso accompagnano gli acquirenti in banca per la concessione dei mutui. Mi chiedo allora perché non ufficializzare quello che in realtà già viene fatto, perché non dare loro la possibilità, dopo aver seguito corsi appositamente studiati, di segnalare, senza dover ricorrere a sotterfugi e con la necessaria professionalità, i propri clienti agli esperti del credito. Ecco, penso che su questo tema si debba avviare una riflessione seria e accurata. Una volta per tutte”.