Roma, 21 mar. (askanews) – In occasione dei 150 anni della Real Academia de España en Roma, le celebrazioni del centenario dalla morte di Joaquín Sorolla (Valencia, 1863 – Cercedilla, 1923), uno dei pittori più famosi della sua epoca, approdano nella Capitale con la mostra Joaquín Sorolla, sprazzi di luce e colore, che apre il 21 marzo.
Organizzata da Academia de España en Roma, Museo Sorolla e Fundación Museo Sorolla, Acción Cultural Española (AC/E), è l’unica tappa italiana dell’esposizione – già presentata al Museo Sorolla a Madrid, alla Fundación Bancaja a Valencia, al Museo de Bellas Artes di Bilbao, al Palau Martorell a Barcelona – con una sezione appositamente ideata per l’Accademia. E’ uno degli eventi del programma delle celebrazioni del centenario, che si estende a livello internazionale con molte iniziative.
Nel 2023 inoltre ricorrono anche i 150 anni dell’Accademia e questa mostra, a cura di Blanca Pons-Sorolla e María López Fernández, rappresenta l’opportunità per approfondire i rapporti tra Sorolla, i circoli artistici di Roma e l’Academia de España: l’artista infatti si recò in Italia in molte occasioni e in particolare modo a Roma tra il 1885 e il 1889, sovvenzionato dalla Diputación de Valencia.
L’esposizione presenta oltre 240 opere originali dell’artista, di cui 205 dipinti a olio che l’artista chiamava “macchie” o “note di colore”, conservate nel Museo Sorolla di Madrid. Questo importante aspetto della produzione del pittore valenciano potrà essere osservato per la prima volta in Italia in questa esposizione, che è la prima in assoluto dell’artista a Roma. Il percorso è avviato dalle tre sale del piano terra con le opere che documentano lo sviluppo della carriera di Sorolla: la mostra alla Galleria Georges Petit a Parigi nel 1906, la sua maturità artistica tra il 1904 e il 1911, le mostre americane tra il 1909 e il 1911, il culmine della sua produzione tra il 1912 e il 1919. Nel Salone dei Ritratti, al primo piano, la sezione ideata per questa occasione romana dal titolo “Sorolla, la Real Academia de España en Roma e le origini del piccolo formato”.
La serie di “note” dipinte in diversi luoghi d’Italia mettono in evidenza i legami del pittore con la penisola attraverso cinque i soggetti rappresentati: le vedute delle movimentate città italiane, gli studi degli artisti, i viaggi e l’atmosfera dei caffè tra Roma e Parigi, la rappresentazione dei monumenti, la composizione del paesaggio.
Nel corso della sua vita, Joaquín Sorolla arrivò a dipingere circa duemila quadri a olio su cartoni o tavolette di piccolissime dimensioni, che definiva generalmente “appunti” ma, a volte, vi si riferiva come “macchie” o “note di colore”. Queste tavolette venivano trasportate insieme ai pennelli e ai tubi di colore in scatole costruite ad hoc, e facilitavano la pittura all’aria aperta. Se in un primo momento si considerarono opere intime, prodotti non finiti dell’attività pittorica, presto vennero apprezzate sia per la libertà creativa che per il germe di possibili nuove opere, e cominciarono a essere esposte e ammirate come campioni della sfera più personale e originale dell’artista. Sorolla le utilizzò a volte in correlazione alle idee che gli sovvenivano per le sue composizioni, ma spesso come mero esercizio. Ne ricopriva pareti intere dello studio, appese con degli spilli, ma ben presto cominciò a incorniciarle, e in tutte le sue mostre questi quadretti ebbero una presenza abbondante e notevole. Piccoli per dimensione, ma grandi per audacia, esprimono lo spirito della sua pittura.