Roma, 21 mar. (askanews) – La visita a sorpresa del primo ministro giapponese Fumio Kishida a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky viene nel giorno in cui Xi Jinping è al Cremlino per il summit con Vladimir Putin. Da un punto di vista simbolico e politico, il capo del governo di Tokyo ha ristabilito una simmetria che mette in difficoltà l’ambizione del leader cinese di fare da mediatore sbilanciato sulla Russia nel conflitto ucraino.
Kishida si è recato oggi in Ucraina per la prima volta dall’inizio della guerra il 24 febbraio 2022, in una visita su cui il Kantei, l’ufficio del primo ministro nipponico, ha mantenuto il più rigido riserbo: solo poche settimane fa, alla richiesta sui tempi di una visita del capo del governo nipponico a Kiev, ultimo tra i membri del G7 avevano a non averla fatta, la risposta era stata: “quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno”.
La visita di Kishida mostra plasticamente quanto la vicenda ucraina sia rilevante anche per i principali paesi dell’Asia e mette in luce la competizione messa in campo tra Tokyo e Pechino, che si collocano sempre più su due fronti opposti: Pechino vicino a Mosca, Tokyo con Kiev e Washington.
Xi è andato a Mosca, tra l’altro, con l’ambizione di ragionare con Putin sulla base del “position paper” in 12 punti che Pechino ha elaborato per arrivare alla pace in Ucraina. Tuttavia il fatto che in cantiere sia stata prevista un vertice “de visu” con Putin e solo una possibile telefonata con Zelensky, rendeva già squilibrata la mediazione.
Oggi, fonti del Cremlino, hanno suggerito che una telefonata di Xi al presidente ucraino come immediato seguito del vertice con Putin è improbabile. D’altronde Zelenky è impegnato nelle stesse ore a ricevere Kishida, che offrirà aiuti e probabilmente inviterà il presidente ucraino al summit dei Sette di maggio a Hiroshima.
L’ambasciatore Usa in Giappone Rahm Emanuel, non a caso, ha messo assieme le trasferte dei due leader asiatici, definendo “nefasta” quella di Xi a Mosca e affermando: “Il primo ministro Kishida sta con la libertà, Xi con un criminale di guerra”. Di converso, un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha commentato: “Il Giappone dovrebbe contribuire a una de-escalation del conflitto, non il contrario”.