Roma, 16 mar. (askanews) – “Un ‘non-manuale’ perché è necessario
parlare di teatro, non soltanto in maniera accademica, ma raccontando anche metodologie e realtà. Questo è lo scopo, la motivazione che mi ha spinto a scrivere, durante la pandemia, questo libro, frutto di 30 anni di esperienze dirette sul campo in diversi settori dove il teatro diventa sociale, perché parla di società, di individui, di persone. E anche grazie alla pandemia, purtroppo, abbiamo scoperto come possa essere stato importante lavorare con le persone vulnerabili”. Lo ha detto Pascal La Delfa, autore del libro “Il non-manuale dell’operatore di Teatro Sociale”, a margine della sua presentazione, avvenuta presso la Sala stampa della Camera dei deputati – alla presenza, tra gli altri, di Federico Mollicone, Presidente della commissione Cultura di Montecitorio, del deputato Raffaele Bruno e del professor Gilberto Scaramuzzo, docente presso l’Università Roma3 – parlando delle migliaia di operatori di teatro sociale che lavorano in tante realtà della penisola senza avere spesso l’attenzione riservata a realtà più altisonanti e mediaticamente ‘attraenti’.
“Il teatro ha una forza straordinaria nel poter fare questo e nel trasformare le difficoltà in opportunità – ha sottolineato -. Ecco perché crediamo che il teatro nel sociale sia importante e sia importante formare degli operatori che sono sparsi sul territorio italiano, sono migliaia, spesso formatisi in maniera pioneristica, magari all’università, ma senza una connessione reale tra quello che è la teoria e la pratica ed è quella che invece abbiamo tentato di raccontare nel ‘non-manuale'”.
“Grazie a questo ci sono adesso due proposte di legge che parlano di teatro in carcere e noi ci appoggiamo e sosteniamo queste leggi. Crediamo sia importante fare teatro in qualsiasi luogo sia possibile farlo”, ha concluso.