Papa: per i miei dieci di pontificato regalatemi la pace – askanews.it

Papa: per i miei dieci di pontificato regalatemi la pace

Mi fa soffrire vedere i giovani ucraini o russi morire
Mar 13, 2023

Città del Vaticano, 13 mar. (askanews) – Se il mondo, in questo importante anniversario, le dovesse fare un regalo cosa chiederebbe? “La pace, perchè ci vuole la pace”. A dirlo è Papa Francesco in un podcast prodotto dalla Radio Vaticana per i dieci anni di pontificato di Francesco.

Il pontefice insiste molto sul tema di quella che ha definito la terza guerra mondiale in corso. “Pensavo che quella della Siria fosse una cosa singolare, sola. – ha infatti affermato – Ma poi c’è stato lo Yemen. Poi ho visto la tragedia dei rohingya, del Myanmar, quando sono stato lì. Ho visto che c’era la terza guerra mondiale. Ma dietro le guerre c’è l’industria delle armi. Questo è diabolico. Diceva un tecnico, che conosce bene le cose: se durante un anno non si facessero armi, nel mondo, finirebbe la fame. Questo è terribile. Mi fa soffrire vedere i morti, vedere questi ragazzi, siano russi o ucraini non mi interessa, che non tornano. E’ duro”.

Poi tre parole chiave: “fratellanza, pianto e sorriso. La fratellanza umana: siamo tutti fratelli, ricomporre la fratellanza, imparare a non aver paura di piangere e di sorridere. Quando una persona sà piangere e sa sorridere è una persona che ha i piedi sulla terra e lo sguardo sull’orizzonte del futuro. Se una persona si è dimenticata di piangere quancosa già non funziona e se ha dimenticato il sorriso è peggio ancora”, dice Francesco.

Infine alcuni pensieri personali su questi dieci anni. “La prima parola che mi viene è che sembra ieri… Il tempo è ‘pressuroso’… va di fretta. E quando tu vuoi cogliere l’oggi, è già ieri. Vivere così è una novità. Questi dieci anni sono stati così: una tensione, vivere in tensione”. “Non pensavo che sarei stato il Papa nel tempo della Terza guerra mondiale”, dice ancora, e “il momento più bello? L’incontro con i vecchi a San Pietro. Quello che non avrei voluto vedere, invece, sono i ragazzi morti per i conflitti”.