Milano, 9 mar. (askanews) – Un amore, inseguito nel tempo e ritrovato dopo anni, che scatena il desiderio e la necessità di rifare i conti con la propria identità profonda. Un amore che due due persone riscoprono in età matura e che impone un rimettersi in gioco, ma restando fedeli a se stessi, dinanzi un segreto sconvolgente che ha segnato la loro vita quaranta anni prima.
E’ l’idea su cui si sviluppa l’ultimo romanzo di Corrado Passi: “Liturgia delle pianure”, per i tipi della Readaction Editrice.
“E’ una storia di amore, ma è soprattutto una storia ‘di amori’. Di amori familiari con delle linee di intersezione che si incrociano, con amori dei genitori delle rispettive famiglie che condizionano la vita dei protagonisti, ma che diventano però stimolo a ritrovare se stessi e le motivazioni per vivere – spiega Corrado Passi – In questo percorso, proprio per questo gioco di fasi temporali che si sovrappongono, si separano e poi convergono di nuovo, ciascuno dei protagonisti principali, Robert e Lize, si trova a fare i conti con una esistenza precedente nella quale viene conservato solo da loro un segreto inquietante”.
Elemento sotteso allo sviluppo di tutta la vicenda dei protagonisti – e che diventa nucleo drammatico che offre al lettore suggestioni e nuove consapevolezze – è l’influenza che gli oggetti e tutti gli elementi non umani hanno nella vita delle persone, un condizionamento che si sviluppa e mostra più forte delle relazioni tra gli essere umani. “Nel cammino a ritroso che Lize e Robert compiono nelle proprie vite – prosegue Passi – l’elemento drammatico che muove la storia, e che risolverà la storia, non è dato dalla relazione dei due protagonisti, ma da elementi collaterali, spesso inanimati, materici: automobili, oggetti della casa, e proiezione, all’interno della casa in cui vivono, delle rispettive visioni della vita. Quindi c’è un co-protagonismo realizzato attraverso l’animazione narrativa di elementi normalmente privi di vita. Quindi c’è un sottile confine tra la vita e la morte che viene segnato soprattutto dalla quotidianità e dagli oggetti quotidiani”.
Corrado Passi a quarant’anni decide di abbandonare la professione medica, si trasferisce in Sudafrica e cambia vita seguendo le sue passioni: viaggi e letteratura. Non è un caso che sceglie di parlare del suo ultimo testo nella libreria Gulliver di Verona, storico punto di riferimento per chi ama intrecciare libri e luoghi da conoscere. E non è un caso che nei suoi testi il paesaggio sia un altro degli elementi caratterizzanti.
“Il paesaggio è ciò che noi pensiamo esista, non esiste il paesaggio di per sé, ed è sempre un paesaggio emotivo – avverte però Passi – ‘Liturgia delle pianure’ ne l titolo stesso celebra le pianure del Midwest e i deserti del Deep South americano, ma è una pianura sinonimo di altrove; è una allegoria, è la presenza di una vita diversa da quella che i protagonisti stanno sperimentando. E’ un’esplorazione in questo caso una ri-esplorazione di un’esperienza che va oltre il paesaggio”.
Nato a Cremona nel 1963, Corrado Passi ha pubblicato “Cape Town” (Polaris, 2016), “Oltre la vita felice” (Polaris, 2017), “La Jacaranda fiorita” (Il Seme Bianco, 2018), rieditato nel 2019 da Emersioni con il titolo “L’intensità della luce, Los Angeles, paradise” (Emersioni, 2019), “Rego Park” (Castelvecchi, 2021).