Intelligence Usa: Cina minaccia competitività tecnologica Occidente – askanews.it

Intelligence Usa: Cina minaccia competitività tecnologica Occidente

Servizi: centrale in catene di approvvigionamento
Mar 8, 2023

Roma, 8 mar. (askanews) – La Cina è centrale nelle catene di approvvigionamento tecnologico globale e, quindi, rappresenta la “principale minaccia per la competitività tecnologica” degli Stati uniti e dell’Occidente. Lo sostiene il rapporto annuale di valutazione delle minacce redatto dalla comunità d’intelligence Usa e diffuso oggi dall’Ufficio del Direttore dell’Intelligence nazionale americana.

Pechino “rimarrà la principale minaccia per la competitività tecnologica degli Stati Uniti, poiché ha nel mirino in settori chiave delle tecnologie commerciali e militare proprietaria di società e istituzioni statunitensi e alleate. Il governo cinese sta raddoppiando gli sforzi per promuovere l’innovazione locale e diventare autosufficiente”, secondo quanto afferma la valutazione.

“La Cina utilizza l’accesso al suo vasto mercato e il controllo sulle catene di approvvigionamento critiche come strumenti per forzare società estere e costringere i paesi stranieri a consentire il trasferimento di tecnologie e proprietà intellettuali”, continua il rapporto.

“Pechino è fondamentale per le catene di approvvigionamento globali in una vasta gamma di settori tecnologici, tra cui semiconduttori, minerali critici, batterie, pannelli solari e prodotti farmaceutici”, afferma ancora la comunità d’intelligence, ricordando che in un discorso dell’aprile 2020 il presidente cinese Xi Jinping ha dato conto della sua intenzione di aumentare la centralità dalla Cina nelle catene di approvvigionamento chiave, in modo da essere in grado di “utilizzare tale dipendenza nella catena di approvvigionamento per minacciare e tagliare fuori i paesi stranieri durante una crisi”.

Il dominio della Cina in questi mercati – scrivono ancora i servizi americani – “potrebbe rappresentare un rischio significativo per i settori manifatturiero e di consumo degli Stati uniti e dell’Occidente, se il governo cinese fosse in grado di sfruttare abilmente il proprio dominio per ottenere vantaggi politici o economici”.