Roma, 7 mar. (askanews) – Una malattia rara, poco conosciuta, che in Italia colpisce circa 3.500 persone e che ha ancora alti tassi di mortalità: l’ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è una patologia che spesso richiede molto tempo per arrivare a una diagnosi e che mette seriamente a rischio la qualità della vita di chi ne è colpito.
“L’ipertensione arteriosa polmonare – ha spiegato ad askanews Gavino Casu, direttore della Cardiologia clinica ed interventistica a Sassari – è caratterizzata dalla malattia delle piccole arterie polmonari. Sono arterie di mezzo millimetro di diametro che vanno incontro a un rimodernamento drammatico, diventano rigide, non si dilatano più e compromettono sia l’emodinamica del paziente sia gli scambi respiratori”.
La ricerca ha compiuto passi importanti negli ultimi anni, ma a portare ottimismo è soprattutto lo studio STELLAR, giunto alla fase III e che ha preso in considerazione una nuova molecola: sotatercept. “Per la prima volta – ci ha spiegato Carmine Dario Vizza, direttore dell’Unità di Ipertensione Polmonare del Policlinico Umberto I di Roma, nonché professore di Cardiologia all’università La Sapienza – abbiamo osservato una riduzione della pressione nel circolo polmonare, cosa che con altre terapie non si era mai rilevata, e a questo si accompagna un miglioramento delle condizioni cliniche dopo 24 settimane di trattamento e del comportamento emodinamico e questo ha poi condotto a una netta riduzione degli eventi di peggioramento clinico a lungo termine”.
Sul tema dell’ipertensione arteriosa polmonare lavora da anni a livello di ricerca anche la casa farmaceutica MSD. “Sono risultati importantissimi – ha commentato Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia – che segneranno un prima e un dopo rispetto a quelle che sono le possibilità di terapia per questi pazienti, quindi noi speriamo ci possa essere un’accelerazione dell’iter approvativo di questa molecola che già per l’ipertensione arteriosa polmonare ha già segnato uno spartiacque e permetterà più vita e più qualità di vita ai pazienti che ne soffrono”.
L’ipertensione arteriosa polmonare è una malattia che rende quasi impossibile ai malati relazionarsi con l’ambiente esterno, incapaci di compiere anche pochi passi a piedi. Attualmente i tassi di mortalità sono del 15% a un anno, del 32%a tre anni e del 43% a cinque anni dalla diagnosi. Ma la speranza è che ora questo trend possa cominciare a cambiare.