Roma, 7 mar. (askanews) – “L’Ucraina si pone come una democrazia europea sovrana e indipendente e questo chiaramente non cambierà: Putin ha iniziato questa fase della guerra che non è l’inizio della guerra nel febbraio dello scorso anno, è stata solo una nuova fase che ha avviato pensando di poter eliminare l’Ucraina come popolo e come stato e riaffermare l’impero russo”: lo dice Kurt Volker, Distinguished Fellow, Center for European Policy Analysis (Founding Partner, American University of Kyiv; Senior International Advisor, BGR Group), a margine del dibattito “Transatlantic Forum” al Centro Studi Americani.
“Putin ha fallito in questo e ora non può vincere” prosegue Volker. “La fase successiva è che sta cercando di impadronirsi di parti dell’Ucraina, anche se non del tutto, e qui sta bruciando risorse militari a un ritmo insostenibile. Non riesce nemmeno a prendere il territorio che ha affermato di annettere, sta reclutando tra i militari prigionieri, giovani coscritti che non hanno esperienza, li lancia in prima linea e sono uccisi in numeri record. Non può continuare così per sempre. Inoltre non hanno l’equipaggiamento militare da dare a queste persone, quindi stanno andando in guerra con fucili e coltelli, non con un esercito moderno e capace. Tutto quello che hanno che funziona veramente è l’artiglieria e anche lì stanno finendo le munizioni: quindi Putin non può fare molto di più a livello offensivo. Gli ucraini stanno raccogliendo più forza dall’assistenza occidentale, compresi i carri armati che sono stati promessi, veicoli corazzati, munizioni, armi guidate di precisione a lungo raggio che colpiscono più in profondità le linee russe: così gli ucraini avranno una controffensiva di successo entro la fine dell’anno, forse più di una. Spero che questo alla fine porti a un esame di coscienza in Russia, che Putin sta spingendo il Paese sull’orlo di un precipizio e deve fermarsi. In questo momento non intende fermarsi, continuerà a combattere e ciò significa che la nostra assistenza all’Ucraina è tanto più urgente: dobbiamo darle ciò di cui ha bisogno e il più rapidamente possibile, per arrivare al punto in cui la Russia riconosca di doversi fermare”.