Roma, 1 mar. (askanews) – La crisi energetica ha evidenziato la fragilità del sistema italiano, che importa il 95% del gas dall’estero, meno di un lustro, invece, fa la produzione nazionale copriva oltre 10%. L’esecutivo nei mesi passati si è mosso bene per diversificare le rotte energetiche, dimezzando l’import dalla Russia e privilegiando i rapporti con l’Africa e attingendo al gas naturale liquefatto. Ma il mix energetico ottimale è quello che tenga conto anche delle risorse nazionali”, lo ha detto questa mattina Antonino Caliri, head of Pubblic affairs and communication di Energean, intervenuto a Largo Chigi, il format di The Watcher Post. “L’Italia ha un potenziale minerario di riserve di gas di oltre 80mld di metri cubi, a novembre sono state sbloccate alcune aree specifiche (nell’Adriatico e nel canale di Sicilia), tuttavia è curioso pensare che nei paesi transfrontalieri come Grecia e Croazia abbiano già da anni avviato campagne di indipendenza energetica, puntando anche sul gas, mentre in Italia le informazioni con cui lavoriamo fotografano una realtà di fatto sbiadita, perché le ultime ricerche minerarie – specie in mare- risalgono a più di 20 anni fa. Quindi il nostro potenziale potrebbe anche essere più ampio. Benvengano questi interventi normativi adesso, ma il governo deve dare a questi atti di indirizzo una accelerazione chiara con una declinazione in decreti attuativi in modo che le imprese, come la nostra, possano programmare gli investimenti necessari per consentire alla molecola gas di arrivare dai giacimenti alle famiglie italiane e agli industriali, garantendo anche ricadute territoriali, occupazionali e erariali per il sistema paese “.