Balzo tassi e disoccupati. Risultati della simulazione a luglio
Roma, 31 gen. (askanews) – Un crollo dell’economia del 6% in tre anni assieme a un amento del tasso di disoccupazione di 6,1 punti percentuali, un tracollo dei mercati azionari e dell’immobiliare, mentre l’inflazione si attesterebbe ad un valore di 3 punti percentuali al di sopra dello scenario di base quest’anno, restando di 1,5 punti percentuali piu’ elevata nel 2025. Sono le ipotesi fortemente pessimistiche stabilite dall’Eba, l’autorita’ bancaria europea per mettere alla prova la robustezza delle banche europee nella nuova tornata di “stress test”, che prevedono appunto uno scenario di base e uno “scenario avverso” sul periodo 2023-2025.
L’esercizio, i cui risultati verranno pubblicati alla fine di luglio, coinvolgera’ un campione di banche piu’ ampio dei precedenti coprendo 70 istituti di credito europei e il 75% del totale degli asset bancari nell’unione. Si tratta di 20 banche in piu’ rispetto al precedente stress test.
Secondo quanto riporta un comunicato, lo scenario avverso ipotizzato prevede un peggioramento delle tensioni geopolitiche che porti a gravi cali del Pil con tassi di inflazione piu’ elevati persistenti. Questa ipotesi e’ stata individuata allo scopo di implicare “diversi shock macro economici e finanziari di gravita’ rilevante tra tutti i paesi Ue”, Mentre, per la prima volta, il rapporto presenta un disaggregato sull’impatto degli shock sui vari settori dell’economia, spiega l’Eba.
Lo scopo di questo esercizio teorico e’ innanzitutto “valutare e paragonare la resilienza complessiva delle banche europee verso gravi shock economici”. Inoltre si vuole verificare “se i livelli di patrimonializzazione delle banche siano sufficienti ad assicurare che possano sostenere l’economia in periodi di stress”. Si punta poi a “promuovere la disciplina di mercato tramite pubblicazioni trasparenti e coerenti, dettagliate e paragonabili a livello di singole banche – dice ancora l’autorita’ Ue -. E anche a fornire alle autorita’ competenti indicazioni utili al processo di valutazione di vigilanza (Srep)”.
Ogni volta, l’autorita’ europea e le varie autorita’ nazionali coinvolte ci tengono a precisare che questa simulazione non va interpretata come una sorta di “bocciatura o promozione” delle banche partecipanti. Ma il piu’ delle volte e’ esattamente il modo con cui finisce per risultare descritta sui media, con eventuali pressioni reputazionali sui singoli istituti in merito alle possibili carenze patrimoniali che potrebbe mettere in rilievo.
Sempre rispetto alle condizioni dello scenario avverso, piu’ nel dettaglio lo stress test ipotizza un aumento dei tassi di interesse nell’Unione Europea di lungo termine pari a 183 punti base e dall’inizio del periodo, fine 2022, fino al finale del 2025. E ipotizza anche “una deviazione fortemente negativa” dei prezzi dei mercati azionari, cioe’ in sostanza un calo delle Borse, del 55% nel 2023 e del 43% nel 2025. Infine, prevede un forte calo dei prezzi sia dell’immobiliare residenziale, he di quello commerciale, rispettivamente del 21% e del 29% rispetto ai livelli iniziali sul triennio in esame.
Banche, scenario avverso stress test Eba: -6% Pil e Borse a picco
Roma, 31 gen. (askanews) – Un crollo dell’economia del 6% in tre anni assieme a un amento del tasso di disoccupazione di 6,1 punti percentuali, un tracollo dei mercati azionari e dell’immobiliare, mentre l’inflazione si attesterebbe ad un valore di 3 punti percentuali al di sopra dello scenario di base quest’anno, restando di 1,5 punti percentuali piu’ elevata nel 2025. Sono le ipotesi fortemente pessimistiche stabilite dall’Eba, l’autorita’ bancaria europea per mettere alla prova la robustezza delle banche europee nella nuova tornata di “stress test”, che prevedono appunto uno scenario di base e uno “scenario avverso” sul periodo 2023-2025.
L’esercizio, i cui risultati verranno pubblicati alla fine di luglio, coinvolgera’ un campione di banche piu’ ampio dei precedenti coprendo 70 istituti di credito europei e il 75% del totale degli asset bancari nell’unione. Si tratta di 20 banche in piu’ rispetto al precedente stress test.
Secondo quanto riporta un comunicato, lo scenario avverso ipotizzato prevede un peggioramento delle tensioni geopolitiche che porti a gravi cali del Pil con tassi di inflazione piu’ elevati persistenti. Questa ipotesi e’ stata individuata allo scopo di implicare “diversi shock macro economici e finanziari di gravita’ rilevante tra tutti i paesi Ue”, Mentre, per la prima volta, il rapporto presenta un disaggregato sull’impatto degli shock sui vari settori dell’economia, spiega l’Eba.
Lo scopo di questo esercizio teorico e’ innanzitutto “valutare e paragonare la resilienza complessiva delle banche europee verso gravi shock economici”. Inoltre si vuole verificare “se i livelli di patrimonializzazione delle banche siano sufficienti ad assicurare che possano sostenere l’economia in periodi di stress”. Si punta poi a “promuovere la disciplina di mercato tramite pubblicazioni trasparenti e coerenti, dettagliate e paragonabili a livello di singole banche – dice ancora l’autorita’ Ue -. E anche a fornire alle autorita’ competenti indicazioni utili al processo di valutazione di vigilanza (Srep)”.
Ogni volta, l’autorita’ europea e le varie autorita’ nazionali coinvolte ci tengono a precisare che questa simulazione non va interpretata come una sorta di “bocciatura o promozione” delle banche partecipanti. Ma il piu’ delle volte e’ esattamente il modo con cui finisce per risultare descritta sui media, con eventuali pressioni reputazionali sui singoli istituti in merito alle possibili carenze patrimoniali che potrebbe mettere in rilievo.
Sempre rispetto alle condizioni dello scenario avverso, piu’ nel dettaglio lo stress test ipotizza un aumento dei tassi di interesse nell’Unione Europea di lungo termine pari a 183 punti base e dall’inizio del periodo, fine 2022, fino al finale del 2025. E ipotizza anche “una deviazione fortemente negativa” dei prezzi dei mercati azionari, cioe’ in sostanza un calo delle Borse, del 55% nel 2023 e del 43% nel 2025. Infine, prevede un forte calo dei prezzi sia dell’immobiliare residenziale, he di quello commerciale, rispettivamente del 21% e del 29% rispetto ai livelli iniziali sul triennio in esame.