E con spese per armi si potrebbe sfamare il mondo
Citta’ del Vaticano, 26 gen. (askanews) – “La tecnica delle armi e’ arrivata al punto che con una sola bomba si puo’ arrivare a distruggere l’intera umanita’”. A tornare a condannare il business degli armamenti e ribadire che la “la guerra e’ terribile” e’ stato Papa Francesco. Spunto, l’udienza in Vaticano ad una delegazione dell’Istituto europeo di studi internazionali di Salamanca.
“Il badget della fabbricazione delle armi potrebbe risolvere il problema della fame di tutto il mondo”, ha ripetuto Francesco che ha poi ricordato che “nell’ultimo secolo abbiamo avuto tre guerre mondiali: quella del 1915-18, quella del ’45 e quella di adesso”.
Quindi, un suo ricordo personale della visita al Sacrario di Redipuglia che lo ha particolarmente colpito. “Tutte le tombe erano di ragazzi”, ha detto parlando a braccio. Lo stesso per lo sbarco in Normandia dove “30 mila ragazzi morirono su quella spiaggia”.
“Non dobbiamo darci per vinti – ha quindi concluso – da queste ceneri puo’ germogliare qualcosa di nuovo, da questo fallimento possiamo trarre una lezione di vita”, attraverso la capacita’, con la preghiera ed il lavoro “di trovare soluzioni, sollecitare volonta’, dare testimonianza di cos’e’ l’amore, la fraternita’ e il vero umanesimo che nasce dalla fede, e che vince l’odio e rifiuta la brutalita’”.
Papa: oggi con una sola bomba si può distruggere il mondo
Citta’ del Vaticano, 26 gen. (askanews) – “La tecnica delle armi e’ arrivata al punto che con una sola bomba si puo’ arrivare a distruggere l’intera umanita’”. A tornare a condannare il business degli armamenti e ribadire che la “la guerra e’ terribile” e’ stato Papa Francesco. Spunto, l’udienza in Vaticano ad una delegazione dell’Istituto europeo di studi internazionali di Salamanca.
“Il badget della fabbricazione delle armi potrebbe risolvere il problema della fame di tutto il mondo”, ha ripetuto Francesco che ha poi ricordato che “nell’ultimo secolo abbiamo avuto tre guerre mondiali: quella del 1915-18, quella del ’45 e quella di adesso”.
Quindi, un suo ricordo personale della visita al Sacrario di Redipuglia che lo ha particolarmente colpito. “Tutte le tombe erano di ragazzi”, ha detto parlando a braccio. Lo stesso per lo sbarco in Normandia dove “30 mila ragazzi morirono su quella spiaggia”.
“Non dobbiamo darci per vinti – ha quindi concluso – da queste ceneri puo’ germogliare qualcosa di nuovo, da questo fallimento possiamo trarre una lezione di vita”, attraverso la capacita’, con la preghiera ed il lavoro “di trovare soluzioni, sollecitare volonta’, dare testimonianza di cos’e’ l’amore, la fraternita’ e il vero umanesimo che nasce dalla fede, e che vince l’odio e rifiuta la brutalita’”.