Roma, 27 apr. (askanews) – Confcommercio sollecita una “riforma organica della fiscalità energetica” sia sul versante degli oneri generali di sistema che in riferimento ad Iva ed accise. Così il presidente Carlo Sangalli nella conferenza stampa di apertura del forum Ambrosetti. Secondo Confcommercio “andrebbe estesa al metano per autotrazione l’aliquota Iva ridotta del 5% già applicata per usi civili e industriali. L’accisa italiana sul gasolio è la più alta d’Europa. L’eliminazione del meccanismo dei rimborsi parziali per il gasolio commerciale, l’eliminazione del regime preferenziale di tassazione del gas metano e l’introduzione di oneri locali su un comparto globale come il trasporto marittimo – ha affermato Sangalli – sono tutti provvedimenti previsti dal pacchetto europeo in materia ambientale (Fit for 55): se adottati colpirebbero duramente la competitività del sistema italiano delle imprese del trasporto e della logistica”. Oltre alla diversificazione europea delle fonti di energia e dei Paesi da cui viene importata “va approfondito uno schema di pronto intervento che preveda l’adozione di un tetto protettivo al prezzo all’ingrosso del gas – ha proseguito – accompagnato da misure che sospingano efficienza energetica e risparmio”. Per quanto riguarda l’Italia le ultime misure adottate dal Governo “puntano a mitigare le ricadute dell’impennata dei prezzi delle materie prime energetiche a carico di famiglie e imprese – ha aggiunto – è importante l’introduzione di crediti d’imposta fruibili anche da parte delle imprese che non rientrano nelle consuete definizioni di imprese energivore e gasivore”. Per quanto riguarda la riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio, secondo Sangalli si tratta di “un intervento che andrebbe reso più incisivo e più duraturo in ragione sia degli straordinari rincari dei prezzi industriali dei carburanti che dell’eccessivo onere strutturale del prelievo fiscale su questi prodotti”. Cambiano scenario e prospettive e, dunque, “gli strumenti d’intervento vanno tempestivamente adeguati – ha concluso – a fronte di un mercato del lavoro in continua evoluzione e in cui diviene sempre più rilevante la questione dell’incontro tra domanda e offerta, occorrerebbe davvero un forte investimento sul versante delle politiche attive e, in particolare, sulla cura delle competenze come condizione di occupabilità”.