Roma, 1 ott. (askanews) – “L’Uzbekistan è da tempo conosciuto come un Paese tollerante in cui diverse nazionalità, popoli e rappresentanti delle confessioni convivono in pace e armonia, svolgendo liberamente servizi divini e riti religiosi. Nel Paese vivono rappresentanti di oltre 130 nazionalità e gruppi etnici appartenenti a 16 confessioni. Oggi nel Paese operano 2.276 organizzazioni religiose, di cui 183 non islamiche”. Lo ha detto l’Ambasciatore dell’Uzbekistan in Italia Otabek Akbarov prendendo la parola al Forum interreligisoso del G20 organizzato a Bologna a metà settembre.
“Lo Stato è il garante della realizzazione dei diritti dei cittadini e garantisce la pace e l’armonia nella società, creando le condizioni per una vita dignitosa. La politica coerente dell’Uzbekistan in questa direzione è riconosciuta dal popolo e dalla comunità mondiale”, ha detto ancora l’Ambasciatore. L’alto diplomatico ha poi richiamato l’attenzione sulle misure adottate per garantire la libertà di coscienza in Uzbekistan. In particolare, ha fornito informazioni dettagliate sulla nuova versione della legge “Sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose” adottata dal Parlamento dell’Uzbekistan nel maggio di quest’anno.
L’Ambasciatore ha sottolineato che nel processo di preparazione della legge sono stati attentamente studiati e presi in considerazione, in primo luogo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il Patto internazionale sui diritti civili e politici, nonché i generali commenti del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite.
“Questa legge, che copre tutte le confessioni religiose in Uzbekistan, pone l’accento sulla libertà di coscienza, e chiarisce anche che il Paese è laico e che esiste una netta distinzione tra religione e Stato”, ha spiegato il diplomatico.
Insieme a questo, l’Ambasciatore ha sottolineato che l’Uzbekistan si adopera anche per sostenere l’armonia interreligiosa a livello internazionale ricordando come il 12 dicembre 2018 l’Assemblea generale dell’Onu abbia adottato una risoluzione speciale “Illuminismo e tolleranza religiosa”, diventata un’attuazione pratica dell’iniziativa del presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev, presentata alla 72esima sessione dell’Assemblea generale nel settembre 2017 a New York.
Inoltre, è diventato tradizionale, ha sottolineato sempre l’alto dignitario uzbeko, lo svolgimento del “Forum asiatico sui diritti umani” a Samarcanda, il cui secondo incontro si è tenuto nell’agosto 2020. Uno dei principali argomenti di discussione nel forum è stato lo sviluppo di una cultura della tolleranza e l’umanità, il rafforzamento dell’armonia interreligiosa nella società, la creazione delle condizioni necessarie per la libertà di religione.
Un modello di armonia interreligiosa che ha suscitato grande interesse da parte dei partecipati al G20, come sottolineato in un comunicato dell’ambasciata uzbeka in Italia. Un modello che funziona proprio al confine con l’Afghanistan e che anche per questo è necessario sostenere con una cooperazione molto intensa, secondo vari relatori presenti a Bologna.