Puglisi (UniPv): Italia premiata perche’ molla reattiva, giu’ spread
Milano, 4 gen. (askanews) – Dopo la frenata in Spagna e Germania, anche in Francia oggi rallenta l’inflazione. Una boccata d’ossigeno per i mercati che hanno accolto i dati raffreddando i rendimenti dei bond statali in tutta Europa. Nelle sale operative sono convinti che il trend possa convincere la Banca centrale europea ad allentare la morsa monetaria.”Una politica della banca centrale da falco come quella attuata dalla Bce e dalla Fed ha lo scopo di ancorare le aspettative sui prezzi, fare in modo che all’inflazione non sia permesso di salire troppo o di rimanere alta troppo tempo”, dice ad Askanews Riccardo Puglisi, professore di Scienze delle finanze dell’Universita’ di Pavia. “Se gli operatori economici si convincono che la Banca centrale e’ soddisfatta, i tassi di interesse sono destinati a calare: ci si aspetta che la banca centrale tenga i tassi alti per meno tempo del previsto o non li innalzi come ci si aspettava”.Nel lungo termine, nota il docente, si scatena invece l’effetto generato dall’equazione di Fisher: “Se ci aspettiamo che l’inflazione scenda allora i tassi di interesse vanno nella sua stessa direzione”, sottolinea Puglisi.Un andamento, sia nel breve che nel lungo termine, che “premia” l’Italia che vede ridurre il tasso di interesse dei suoi bond e lo spread con i titoli di Stato della Germania. “L’Italia e’ un paese importante dell’Unione europea e ha un grande debito pubblico: e’ una molla molto reattiva che reagisce forte quando ci sono timori dei tassi di interesse che salgono e reagisce altrettanto forte quando le tensioni si allentano. La Germania, invece, si muove molto di meno”. Nella mattinata di oggi, con lo spread ben al di sotto i 210 punti di ieri, i decennali italiani hanno ridotto il loro rendimento di undici punti base, mentre i bund tedeschi hanno limato al ribasso di soli 5 punti.
Inflazione frena, giu’ rendimenti bond Ue, sale ottimismo operatori
Milano, 4 gen. (askanews) – Dopo la frenata in Spagna e Germania, anche in Francia oggi rallenta l’inflazione. Una boccata d’ossigeno per i mercati che hanno accolto i dati raffreddando i rendimenti dei bond statali in tutta Europa. Nelle sale operative sono convinti che il trend possa convincere la Banca centrale europea ad allentare la morsa monetaria.”Una politica della banca centrale da falco come quella attuata dalla Bce e dalla Fed ha lo scopo di ancorare le aspettative sui prezzi, fare in modo che all’inflazione non sia permesso di salire troppo o di rimanere alta troppo tempo”, dice ad Askanews Riccardo Puglisi, professore di Scienze delle finanze dell’Universita’ di Pavia. “Se gli operatori economici si convincono che la Banca centrale e’ soddisfatta, i tassi di interesse sono destinati a calare: ci si aspetta che la banca centrale tenga i tassi alti per meno tempo del previsto o non li innalzi come ci si aspettava”.Nel lungo termine, nota il docente, si scatena invece l’effetto generato dall’equazione di Fisher: “Se ci aspettiamo che l’inflazione scenda allora i tassi di interesse vanno nella sua stessa direzione”, sottolinea Puglisi.Un andamento, sia nel breve che nel lungo termine, che “premia” l’Italia che vede ridurre il tasso di interesse dei suoi bond e lo spread con i titoli di Stato della Germania. “L’Italia e’ un paese importante dell’Unione europea e ha un grande debito pubblico: e’ una molla molto reattiva che reagisce forte quando ci sono timori dei tassi di interesse che salgono e reagisce altrettanto forte quando le tensioni si allentano. La Germania, invece, si muove molto di meno”. Nella mattinata di oggi, con lo spread ben al di sotto i 210 punti di ieri, i decennali italiani hanno ridotto il loro rendimento di undici punti base, mentre i bund tedeschi hanno limato al ribasso di soli 5 punti.