Tensioni in maggioranza, norma sara’ un provvedimento ad hoc. Opposizioni cantano vittoria
Roma, 20 dic. (askanews) – Il protagonista dell’ennesima giornata di caos parlamentare sulla manovra e’ un emendamento che nessuno ha visto scritto nero su bianco, quello sullo scudo penale per i reati collegati all’evasione fiscale. La sola voce che la contestata norma, che aleggia da giorni, stesse per essere presentata e’ bastata a scatenare l’ira delle opposizioni che gia’ lamentano la gestione confusa del confronto in commissione, il ritardo di pareri e riformulazioni. “Se c’e’ salta il banco”, aveva detto in mattinata la capogruppo dem alla Camera, Deborah Serracchiani. A protestare anche l’alleanza rosso-verde e il M5s, con Giuseppe Conte che aveva convocato una riunione d’urgenza del gruppo. Alla fine, invece, il criticato scudo non ci sara’. E Pd e Cinquestelle la rivendicano come una propria vittoria.
Dell’ipotesi che venisse presenta questa misura aveva parlato qualche giorno fa il vice ministro della Giustizia di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, salvo poi essere smentito dal Mef che aveva negato “condoni”. In realta’ fonti qualificate di maggioranza confermano che il testo dell’emendamento da infilare nella manovra non soltanto era pronto, ma stava per essere effettivamente presentato.
Per le opposizioni si tratta dell’ennesimo inghippo nato da uno scontro tutto interno alla maggioranza e in particolare dalla volonta’ del partito di Silvio Berlusconi di rendere operativo lo scudo sin dalla legge di bilancio. Gli azzurri pero’ negano e assicurano che del testo aveva piena consapevolezza anche il vice ministro dell’Economia di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo.
A stoppare la norma, con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Gianluca Ciriani a fare da pontiere all’interno della stessa maggioranza, e’ stata – viene raccontato – la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Non e’ il momento, abbiamo cinque anni per rispettare gli impegni presi”, avrebbe detto. A palazzo Chigi sarebbe scattato l’allarme, il timore che una misura del genere non solo non sarebbe stata compresa, ma avrebbe compromesso anche la corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvisorio. D’altra parte, gia’ nel pomeriggio, fonti del Mef avevano fatto sapere che “se il Parlamento ritenesse di non modificare la manovra, per il ministero dell’Economia e delle finanze va benissimo il testo gia’ approvato in Consiglio dei ministri. Con quello si andra’ in Aula e su quello sara’ posta la fiducia, con l’eccezione della riformulazione sul Pos”. Una strigliata in piena regola alla maggioranza.
Secondo fonti parlamentari, che pero’ non trovano conferma, a frenare lo scudo ci sarebbe stata anche una moral suasion del Quirinale. Ad ogni modo la stessa premier avrebbe spiegato ai suoi interlocutori che poiche’ la tregua fiscale fa parte del programma di governo, la norma sara’ ripresentata, magari in un provvedimento ad hoc.
A questo punto l’approdo in aula della legge di bilancio dovrebbe slittare a giovedi’ e non e’ escluso che il via libera della Camera possa arrivare il giorno della vigilia di Natale.
Bac/Int13
Caos sullo ‘scudo’ penale all’evasione fiscale, ma Meloni frena: non è il momento
Roma, 20 dic. (askanews) – Il protagonista dell’ennesima giornata di caos parlamentare sulla manovra e’ un emendamento che nessuno ha visto scritto nero su bianco, quello sullo scudo penale per i reati collegati all’evasione fiscale. La sola voce che la contestata norma, che aleggia da giorni, stesse per essere presentata e’ bastata a scatenare l’ira delle opposizioni che gia’ lamentano la gestione confusa del confronto in commissione, il ritardo di pareri e riformulazioni. “Se c’e’ salta il banco”, aveva detto in mattinata la capogruppo dem alla Camera, Deborah Serracchiani. A protestare anche l’alleanza rosso-verde e il M5s, con Giuseppe Conte che aveva convocato una riunione d’urgenza del gruppo. Alla fine, invece, il criticato scudo non ci sara’. E Pd e Cinquestelle la rivendicano come una propria vittoria.
Dell’ipotesi che venisse presenta questa misura aveva parlato qualche giorno fa il vice ministro della Giustizia di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, salvo poi essere smentito dal Mef che aveva negato “condoni”. In realta’ fonti qualificate di maggioranza confermano che il testo dell’emendamento da infilare nella manovra non soltanto era pronto, ma stava per essere effettivamente presentato.
Per le opposizioni si tratta dell’ennesimo inghippo nato da uno scontro tutto interno alla maggioranza e in particolare dalla volonta’ del partito di Silvio Berlusconi di rendere operativo lo scudo sin dalla legge di bilancio. Gli azzurri pero’ negano e assicurano che del testo aveva piena consapevolezza anche il vice ministro dell’Economia di Fratelli d’Italia, Maurizio Leo.
A stoppare la norma, con il ministro dei Rapporti con il Parlamento Gianluca Ciriani a fare da pontiere all’interno della stessa maggioranza, e’ stata – viene raccontato – la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Non e’ il momento, abbiamo cinque anni per rispettare gli impegni presi”, avrebbe detto. A palazzo Chigi sarebbe scattato l’allarme, il timore che una misura del genere non solo non sarebbe stata compresa, ma avrebbe compromesso anche la corsa contro il tempo per evitare l’esercizio provvisorio. D’altra parte, gia’ nel pomeriggio, fonti del Mef avevano fatto sapere che “se il Parlamento ritenesse di non modificare la manovra, per il ministero dell’Economia e delle finanze va benissimo il testo gia’ approvato in Consiglio dei ministri. Con quello si andra’ in Aula e su quello sara’ posta la fiducia, con l’eccezione della riformulazione sul Pos”. Una strigliata in piena regola alla maggioranza.
Secondo fonti parlamentari, che pero’ non trovano conferma, a frenare lo scudo ci sarebbe stata anche una moral suasion del Quirinale. Ad ogni modo la stessa premier avrebbe spiegato ai suoi interlocutori che poiche’ la tregua fiscale fa parte del programma di governo, la norma sara’ ripresentata, magari in un provvedimento ad hoc.
A questo punto l’approdo in aula della legge di bilancio dovrebbe slittare a giovedi’ e non e’ escluso che il via libera della Camera possa arrivare il giorno della vigilia di Natale.
Bac/Int13