Agricoltura, Crea: 2021 anno record per export, Doc/Igp e biologico – askanews.it

Agricoltura, Crea: 2021 anno record per export, Doc/Igp e biologico

Milano, 20 dic. (askanews) – L’agricoltura si conferma protagonista all’interno della filiera agro-alimentare, simbolo del Made in Italy, dove l’intera filiera contribuisce al 15% del fatturato globale dell’economia nazionale. La crescita, rispetto al 2020, del fatturato complessivo dell’agro-alimentare, si deve alle buone performance dell’agricoltura (+6,4%) e, soprattutto, dell’industria alimentare (+7,6%), in aumento anche rispetto ai livelli pre-pandemia (+2,5% sul 2019). Indiscusso anche il contributo dell’agricoltura alla bioeconomia (+11% circa rispetto al 2020), di cui il primario e l’industria alimentare rappresentano quasi il 60% della produzione e il 69% di occupati (69%). Sul fronte degli scambi con l’estero anche nel 2021 si conferma positivo il valore del saldo commerciale: le esportazioni superano per la prima volta il valore dei 50 miliardi di euro (+11,3%), di cui i prodotti del Made in Italy rappresentano piu’ del 73% del totale (+9,5% sul 2020). L’Italia continua a detenere all’interno dell’UE il primato dei prodotti di qualita’ certificata DOP/IGP, che contano 316 prodotti agroalimentari e 526 vini, con risultati record in termini di valore della produzione e delle esportazioni, che hanno raggiunto rispettivamente gli 8 miliardi di euro (+9,7%) e la cifra record di 4,4 miliardi (+12,5%). Inclusi i vini, il valore supera i 19 miliardi di euro rappresentando il 21% sul fatturato dell’agro-alimentare nazionale. Primato anche per il biologico con 2,2 milioni di ettari coltivati, che collocano l’Italia tra i primi paesi produttori in Europa: 17,4% della SAU nazionale a fronte del piu’ contenuto 9,1% della media UE. E’ quanto emerge dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2021 realizzato dal Crea, con il suo Centro Politiche e Bioeconomia, online da oggi. “La sempre piu’ pressante emergenza climatico-ambientale, l’uscita dalla pandemia, un nuovo conflitto bellico, l’emergere di nuove forme di poverta’, ricollocano l’agricoltura e l’agro-alimentare al centro dell’interesse pubblico, del dibattito tecnico-scientifico e, quindi, dell’agenda politica mondiale” commenta Carlo Gaudio, presidente del Crea. “Il nostro sistema alimentare anche nel 2021 ha dimostrato straordinaria vitalita’ e nel complesso fattura oltre 549 miliardi di euro – sottolinea Stefano Vaccari, direttore generale del Crea -. A livello europeo l’Italia agricola cresce, ma meno di altri Paesi e perde la Leadership del Valore aggiunto che deteneva da 8 anni. Rimane comunque elevata la capacita’ delle aziende agricole italiane di produrre valore: delle quattro maggiori agricolture europee, Francia, Italia, Germania e Spagna, un ettaro italiano continua a produrre piu’ del doppio del Valore aggiunto di tutti gli altri Paesi. Straordinario rimane l’apporto delle attivita’ connesse agricole, che con oltre 12,5 miliardi di euro nel 2021 si confermano strategiche per l’intera agricoltura nazionale, costituendo un quinto dell’intera produzione lorda vendibile italiana”.
Dic 20, 2022

Settore in crescita con oltre 549 mld di fatturato

Milano, 20 dic. (askanews) – L’agricoltura si conferma protagonista all’interno della filiera agro-alimentare, simbolo del Made in Italy, dove l’intera filiera contribuisce al 15% del fatturato globale dell’economia nazionale. La crescita, rispetto al 2020, del fatturato complessivo dell’agro-alimentare, si deve alle buone performance dell’agricoltura (+6,4%) e, soprattutto, dell’industria alimentare (+7,6%), in aumento anche rispetto ai livelli pre-pandemia (+2,5% sul 2019). Indiscusso anche il contributo dell’agricoltura alla bioeconomia (+11% circa rispetto al 2020), di cui il primario e l’industria alimentare rappresentano quasi il 60% della produzione e il 69% di occupati (69%). Sul fronte degli scambi con l’estero anche nel 2021 si conferma positivo il valore del saldo commerciale: le esportazioni superano per la prima volta il valore dei 50 miliardi di euro (+11,3%), di cui i prodotti del Made in Italy rappresentano piu’ del 73% del totale (+9,5% sul 2020).

L’Italia continua a detenere all’interno dell’UE il primato dei prodotti di qualita’ certificata DOP/IGP, che contano 316 prodotti agroalimentari e 526 vini, con risultati record in termini di valore della produzione e delle esportazioni, che hanno raggiunto rispettivamente gli 8 miliardi di euro (+9,7%) e la cifra record di 4,4 miliardi (+12,5%). Inclusi i vini, il valore supera i 19 miliardi di euro rappresentando il 21% sul fatturato dell’agro-alimentare nazionale. Primato anche per il biologico con 2,2 milioni di ettari coltivati, che collocano l’Italia tra i primi paesi produttori in Europa: 17,4% della SAU nazionale a fronte del piu’ contenuto 9,1% della media UE. E’ quanto emerge dell’Annuario dell’Agricoltura italiana 2021 realizzato dal Crea, con il suo Centro Politiche e Bioeconomia, online da oggi.

“La sempre piu’ pressante emergenza climatico-ambientale, l’uscita dalla pandemia, un nuovo conflitto bellico, l’emergere di nuove forme di poverta’, ricollocano l’agricoltura e l’agro-alimentare al centro dell’interesse pubblico, del dibattito tecnico-scientifico e, quindi, dell’agenda politica mondiale” commenta Carlo Gaudio, presidente del Crea. “Il nostro sistema alimentare anche nel 2021 ha dimostrato straordinaria vitalita’ e nel complesso fattura oltre 549 miliardi di euro – sottolinea Stefano Vaccari, direttore generale del Crea -. A livello europeo l’Italia agricola cresce, ma meno di altri Paesi e perde la Leadership del Valore aggiunto che deteneva da 8 anni. Rimane comunque elevata la capacita’ delle aziende agricole italiane di produrre valore: delle quattro maggiori agricolture europee, Francia, Italia, Germania e Spagna, un ettaro italiano continua a produrre piu’ del doppio del Valore aggiunto di tutti gli altri Paesi. Straordinario rimane l’apporto delle attivita’ connesse agricole, che con oltre 12,5 miliardi di euro nel 2021 si confermano strategiche per l’intera agricoltura nazionale, costituendo un quinto dell’intera produzione lorda vendibile italiana”.