Dall’1 gennaio nei cinema la commedia su coppie e famiglie
Roma, 16 dic. (askanews) – Cosa puo’ succedere a una coppia orgogliosamente senza pargoli se all’improvviso, come in un incubo, gli vengono catapultati in casa tre bambini? Lo racconta Fabio De Luigi nella sua nuova commedia “Tre di troppo”, nei cinema dall’1 gennaio, di cui e’ protagonista insieme a Virginia Raffaele.
De Luigi racconta: “Dietro a questo escamotage narrativo si riusciva a vedere un po’ tutte e due le versioni di queste due scelte, entrambe legittime, insomma. Chi non ha figli, io lo dico perche’ sono stato tutte e due le cose, vede quelli con i figli, giustamente, quelli con i figli come persone che hanno la vita rivoluzionata, i problemi, mi sveglio la notte. Quello che manca sul piatto della bilancia e’ l’altro aspetto, perche’ non lo puoi raccontare, lo devi soprattutto vivere. Chiunque abbia figli poi dice: ma chi me l’ha fatto fare? E poi un secondo dopo dice: ma come farei io se non li avessi?.. Bipolarismo.. Non e’ che non ti vedi piu’ senza, e’ impossibile”.
Virginia Raffaele nel film e’ prima in super forma, elegante, con lavoro e vita sociale invidiabili e insieme al suo compagno guarda con una certa compassione le coppie alle prese con i problemi dei figli. Poi si trascina assonnata e stanca in giornate frenetiche scandite proprio dalle esigenze dei nuovi arrivati. Nella vita lei di figli non ne ha e a questo proposito dice: “E’ proprio una scelta personale, non si puo’ pensare che uno sia piu’ risolto se chiude il cerchio, chi l’ha detto che quello e’ il cerchio? Siamo talmente esseri umani differenti che non per tutti e’ la stessa realta’”.
“Si’, poi lei e’ bravissima, lo dico perche’ l’ho vista muoversi in mezzo ai minorenni, penne, disegni, la adorano insomma. E’ brava”, dice De Luigi.
“Io ancora mi scrivo – aggiunge la Raffaele – con i genitori di un bambino che ha fatto un piccolissimo ruolo. Io ero talmente innamorata di questo bambino, me lo tenevo sempre in braccio, che poi quando lo dovevo trattare male era un trauma, perche’ lui prima stava sempre con me, poi io: vattene via bambino! Lui mi guardava cosi’ e io: ma e’ il film, amore!”.
Tre di troppo, De Luigi e Raffaele e i figli allimprovviso
Roma, 16 dic. (askanews) – Cosa puo’ succedere a una coppia orgogliosamente senza pargoli se all’improvviso, come in un incubo, gli vengono catapultati in casa tre bambini? Lo racconta Fabio De Luigi nella sua nuova commedia “Tre di troppo”, nei cinema dall’1 gennaio, di cui e’ protagonista insieme a Virginia Raffaele.
De Luigi racconta: “Dietro a questo escamotage narrativo si riusciva a vedere un po’ tutte e due le versioni di queste due scelte, entrambe legittime, insomma. Chi non ha figli, io lo dico perche’ sono stato tutte e due le cose, vede quelli con i figli, giustamente, quelli con i figli come persone che hanno la vita rivoluzionata, i problemi, mi sveglio la notte. Quello che manca sul piatto della bilancia e’ l’altro aspetto, perche’ non lo puoi raccontare, lo devi soprattutto vivere. Chiunque abbia figli poi dice: ma chi me l’ha fatto fare? E poi un secondo dopo dice: ma come farei io se non li avessi?.. Bipolarismo.. Non e’ che non ti vedi piu’ senza, e’ impossibile”.
Virginia Raffaele nel film e’ prima in super forma, elegante, con lavoro e vita sociale invidiabili e insieme al suo compagno guarda con una certa compassione le coppie alle prese con i problemi dei figli. Poi si trascina assonnata e stanca in giornate frenetiche scandite proprio dalle esigenze dei nuovi arrivati. Nella vita lei di figli non ne ha e a questo proposito dice: “E’ proprio una scelta personale, non si puo’ pensare che uno sia piu’ risolto se chiude il cerchio, chi l’ha detto che quello e’ il cerchio? Siamo talmente esseri umani differenti che non per tutti e’ la stessa realta’”.
“Si’, poi lei e’ bravissima, lo dico perche’ l’ho vista muoversi in mezzo ai minorenni, penne, disegni, la adorano insomma. E’ brava”, dice De Luigi.
“Io ancora mi scrivo – aggiunge la Raffaele – con i genitori di un bambino che ha fatto un piccolissimo ruolo. Io ero talmente innamorata di questo bambino, me lo tenevo sempre in braccio, che poi quando lo dovevo trattare male era un trauma, perche’ lui prima stava sempre con me, poi io: vattene via bambino! Lui mi guardava cosi’ e io: ma e’ il film, amore!”.