Fitto: singolari attacchi su flussi secondari
Bruxelles, 15 dic. (askanews) – C’e’ l’accordo sul price cap, che l’Italia persegue sin dai tempi di Draghi, anche se per la definizione della soglia bisognera’ attendere il Consiglio dell’energia di lunedi’. E cade il veto della Polonia sulla global minimum tax che consente anche di sbloccare il pacchetto di aiuti da 18 miliardi per l’Ucraina. Due risultati che, a sentire il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, dimostrano il “ruolo importante” avuto da Giorgia Meloni al suo debutto al vertice europeo. Ma l’esordio della presidente del Consiglio al tavolo dei ventisette e’ segnato anche dalle tensioni sul tema migranti. Questa volta non con la Francia di Macron – con cui neanche questa volta c’e’ stato un chiarimento dopo il caso Ocean Viking – ma con i Paesi del Nord, Olanda in testa, che durante la sessione di lavoro dedicata al Vicinato meridionale hanno posto la questione dei flussi secondari. Il premier austriaco Karl Nehammer arrivando alla riunione e’ stato piuttosto netto: “Per noi si tratta di un problema di sicurezza nazionale che va affrontato anche con il rafforzamento dei confini”.
La posizione dell’Italia pero’ e’ che non si puo’ parlare di flussi secondari, senza affrontare il tema di quelli primari. Insomma, ha ribadito Meloni, la questione va affrontata complessivamente, “se necessario, anche ponendo il tema al centro di un vertice ad hoc”. Che infatti si dovrebbe tenere il 9 e il 10 febbraio in Svezia. Quello sulle migrazioni, ha detto la premier durante la discussione, “e’ un tema centrale per Italia. Un tema complesso su cui gli Stati membri hanno talvolta visioni differenti, ma sul quale e’ importante dare un segnale politico e un impegno chiaro da parte dell’Ue”.
Meno diplomatico Fitto. E’ lui, a riunione ancora in corso, a mettere la faccia davanti a telecamere e taccuini per rivendicare “l’esordio importante e positivo” della premier. Lui anche a definire “singolari” le critiche dei Paesi del Nord sui migranti.
Sempre lui a spiegare che, se la Polonia ha tolto il veto che bloccava la global minimum tax, e’ stato anche grazie all’incontro che Meloni ha avuto in mattinata proprio con il primo ministro, Mateusz Morawiecki, e con quello ceco, Peter Fiala. Un accordo che ha sbloccato anche i 18 miliardi di aiuti per l’Ucraina, la cui importanze per Kiev e’ stata ribadita in un collegamento telefonico avuto dai leader con Zelensky.
Sin dal suo arrivo al vertice, comunque, Meloni aveva spiegato di aspettarsi una decisione incisiva sulla questione energetica che, ha detto, “e’ un tema molto politico e poco tecnico”. Tuttavia, la questione che resta appesa e’ decisamente molto tecnica e infatti e’ stata affidata al Consiglio dell’Energia in programma per lunedi’, ovvero la definizione del tetto da applicare. L’Italia vorrebbe che si scendesse sotto la soglia simbolica dei 200 euro a megawattora.
Ma l’esordio di Meloni a Bruxelles vede anche le istituzioni europee, e in particolare il Parlamento, alle prese con quello che, partito come Qatargate, sta gia’ coinvolgendo altri Paesi. “Lo scenario e’ oggettivamente preoccupante, la reazione deve essere ferma e decisa, si deve andare fino in fondo e non si devono fare sconti”, ha detto la premier.
Meloni rivendica successo primo summit Ue. Tensione su migranti
Bruxelles, 15 dic. (askanews) – C’e’ l’accordo sul price cap, che l’Italia persegue sin dai tempi di Draghi, anche se per la definizione della soglia bisognera’ attendere il Consiglio dell’energia di lunedi’. E cade il veto della Polonia sulla global minimum tax che consente anche di sbloccare il pacchetto di aiuti da 18 miliardi per l’Ucraina. Due risultati che, a sentire il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, dimostrano il “ruolo importante” avuto da Giorgia Meloni al suo debutto al vertice europeo. Ma l’esordio della presidente del Consiglio al tavolo dei ventisette e’ segnato anche dalle tensioni sul tema migranti. Questa volta non con la Francia di Macron – con cui neanche questa volta c’e’ stato un chiarimento dopo il caso Ocean Viking – ma con i Paesi del Nord, Olanda in testa, che durante la sessione di lavoro dedicata al Vicinato meridionale hanno posto la questione dei flussi secondari. Il premier austriaco Karl Nehammer arrivando alla riunione e’ stato piuttosto netto: “Per noi si tratta di un problema di sicurezza nazionale che va affrontato anche con il rafforzamento dei confini”.
La posizione dell’Italia pero’ e’ che non si puo’ parlare di flussi secondari, senza affrontare il tema di quelli primari. Insomma, ha ribadito Meloni, la questione va affrontata complessivamente, “se necessario, anche ponendo il tema al centro di un vertice ad hoc”. Che infatti si dovrebbe tenere il 9 e il 10 febbraio in Svezia. Quello sulle migrazioni, ha detto la premier durante la discussione, “e’ un tema centrale per Italia. Un tema complesso su cui gli Stati membri hanno talvolta visioni differenti, ma sul quale e’ importante dare un segnale politico e un impegno chiaro da parte dell’Ue”.
Meno diplomatico Fitto. E’ lui, a riunione ancora in corso, a mettere la faccia davanti a telecamere e taccuini per rivendicare “l’esordio importante e positivo” della premier. Lui anche a definire “singolari” le critiche dei Paesi del Nord sui migranti.
Sempre lui a spiegare che, se la Polonia ha tolto il veto che bloccava la global minimum tax, e’ stato anche grazie all’incontro che Meloni ha avuto in mattinata proprio con il primo ministro, Mateusz Morawiecki, e con quello ceco, Peter Fiala. Un accordo che ha sbloccato anche i 18 miliardi di aiuti per l’Ucraina, la cui importanze per Kiev e’ stata ribadita in un collegamento telefonico avuto dai leader con Zelensky.
Sin dal suo arrivo al vertice, comunque, Meloni aveva spiegato di aspettarsi una decisione incisiva sulla questione energetica che, ha detto, “e’ un tema molto politico e poco tecnico”. Tuttavia, la questione che resta appesa e’ decisamente molto tecnica e infatti e’ stata affidata al Consiglio dell’Energia in programma per lunedi’, ovvero la definizione del tetto da applicare. L’Italia vorrebbe che si scendesse sotto la soglia simbolica dei 200 euro a megawattora.
Ma l’esordio di Meloni a Bruxelles vede anche le istituzioni europee, e in particolare il Parlamento, alle prese con quello che, partito come Qatargate, sta gia’ coinvolgendo altri Paesi. “Lo scenario e’ oggettivamente preoccupante, la reazione deve essere ferma e decisa, si deve andare fino in fondo e non si devono fare sconti”, ha detto la premier.