Sviluppo sostenibile, Asvis: crescono differenze fra Regioni – askanews.it

Sviluppo sostenibile, Asvis: crescono differenze fra Regioni

Roma, 6 dic. (askanews) – Tra il 2010 e il 2021 aumentano le differenze tra le Regioni e le Province autonome nel perseguimento di 7 degli Obiettivi (SDGS – Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 dell’Onu che riguardano temi cruciali come Poverta’ (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parita’ di genere (Goal 5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Citta’ e comunita’ (Goal 11). Nello stesso periodo i divari tra i territori diminuiscono solo per gli Obiettivi di Economia circolare (Goal 12) e Giustizia e istituzioni (Goal 16) e restano stabili per altri 5 Obiettivi: Agricoltura e alimentazione (Goal 2), Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6), Infrastrutture e l’innovazione (Goal 9), Disuguaglianze (Goal 10), Vita sulla terra (Goal 15). E’ quanto emerge dal Rapporto sui Territori 2022, pubblicato oggi dall’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che attraverso l’uso di indici compositi e obiettivi quantitativi, analizza l’andamento di Regioni, Province e Citta’ metropolitane – rispetto ai 15 Obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per cui sono disponibili dati comparabili – e contiene dieci proposte per la salvaguardia e lo sviluppo dei territori. Il Rapporto, alla terza edizione, e’ stato presentato oggi al Cnel dai Presidenti dell’ASviS, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, con il commento di esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, il Presidente del Cnel Tiziano Treu. Il preoccupante quadro che emerge dal Rapporto raffigura un Paese a diverse velocita’, dove le differenze tra aree forti e aree deboli (non necessariamente del Centro-nord e del Sud) aumentano anziche’ diminuire. Per alcuni Obiettivi, il Rapporto propone anche una prima valutazione dell’impatto della crisi pandemica da Covid-19, in particolare: per la Poverta’ (Goal 1) le differenze continuano ad aumentare anche nel periodo 2019-2021; per la Salute (Goal 3), nonostante il complessivo miglioramento in tutto il periodo 2010-2021, il gap esistente nel 2019 e’ aumentato considerevolmente nei due anni successivi; per l’Istruzione (Goal 4) la media nazionale migliora in tutto il periodo soprattutto grazie alle performance delle Regioni migliori, mentre negli anni della pandemia (2019-2021) si registra un ulteriore peggioramento per le Regioni peggiori. L’analisi, effettuata per la prima volta in questa edizione del Rapporto sui Territori, mette in relazione il comportamento delle cinque Regioni o Province autonome con la performance migliore con le cinque con la performance peggiore. Le tragedie causate dalle recenti alluvioni delle Marche e di Ischia dimostrano come i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione incontrollata sono una temibile combinazione. Da almeno tre legislature il Parlamento non riesce a legiferare in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana. (Segue).(Segue)
Dic 6, 2022

Pubblicato il terzo Rapporto sui Territori

Roma, 6 dic. (askanews) – Tra il 2010 e il 2021 aumentano le differenze tra le Regioni e le Province autonome nel perseguimento di 7 degli Obiettivi (SDGS – Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 dell’Onu che riguardano temi cruciali come Poverta’ (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parita’ di genere (Goal 5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Citta’ e comunita’ (Goal 11). Nello stesso periodo i divari tra i territori diminuiscono solo per gli Obiettivi di Economia circolare (Goal 12) e Giustizia e istituzioni (Goal 16) e restano stabili per altri 5 Obiettivi: Agricoltura e alimentazione (Goal 2), Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6), Infrastrutture e l’innovazione (Goal 9), Disuguaglianze (Goal 10), Vita sulla terra (Goal 15). E’ quanto emerge dal Rapporto sui Territori 2022, pubblicato oggi dall’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che attraverso l’uso di indici compositi e obiettivi quantitativi, analizza l’andamento di Regioni, Province e Citta’ metropolitane – rispetto ai 15 Obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per cui sono disponibili dati comparabili – e contiene dieci proposte per la salvaguardia e lo sviluppo dei territori.

Il Rapporto, alla terza edizione, e’ stato presentato oggi al Cnel dai Presidenti dell’ASviS, Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, con il commento di esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, il Presidente del Cnel Tiziano Treu.

Il preoccupante quadro che emerge dal Rapporto raffigura un Paese a diverse velocita’, dove le differenze tra aree forti e aree deboli (non necessariamente del Centro-nord e del Sud) aumentano anziche’ diminuire. Per alcuni Obiettivi, il Rapporto propone anche una prima valutazione dell’impatto della crisi pandemica da Covid-19, in particolare: per la Poverta’ (Goal 1) le differenze continuano ad aumentare anche nel periodo 2019-2021; per la Salute (Goal 3), nonostante il complessivo miglioramento in tutto il periodo 2010-2021, il gap esistente nel 2019 e’ aumentato considerevolmente nei due anni successivi; per l’Istruzione (Goal 4) la media nazionale migliora in tutto il periodo soprattutto grazie alle performance delle Regioni migliori, mentre negli anni della pandemia (2019-2021) si registra un ulteriore peggioramento per le Regioni peggiori.

L’analisi, effettuata per la prima volta in questa edizione del Rapporto sui Territori, mette in relazione il comportamento delle cinque Regioni o Province autonome con la performance migliore con le cinque con la performance peggiore. Le tragedie causate dalle recenti alluvioni delle Marche e di Ischia dimostrano come i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione incontrollata sono una temibile combinazione. Da almeno tre legislature il Parlamento non riesce a legiferare in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana.

(Segue).(Segue)