Contro violenza di genere apparente accordo fra destra e sinistra – askanews.it

Contro violenza di genere apparente accordo fra destra e sinistra

Roma, 23 nov. (askanews) – La tutela delle donne sotto i riflettori alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale dedicata alla violenza di genere, una piaga dei nostri tempi come l’hanno definita molti fra deputati e deputate intervenuti alla Camera nella discussione sulle mozioni sul tema. Interventi tutti in concordia apparente fra i banchi dei partiti di governo e quelli dell’opposizione: molti ricordano le donne in pericolo nel mondo, e molti che sono gia’ 104 le donne uccise quest’anno in Italia, una ogni tre giorni, in maggioranza in ambito familiare; tutti ribadiscono che bisogna sostenere i centri antiviolenza e le case rifugio e cominciare ad educare al rispetto gia’ dai banchi di scuola, temi su cui aveva gia’ insistito in un videomessaggio ieri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “C’e’ molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione, certezza della pena”. Ma una differenza fra i partiti si vede soprattutto quando si parla di lavoro: sono i deputati dell’opposizione per lo piu’ a sottolineare che la liberta’ per le donne passa per l’autonomia economica e quindi per la tutela dell’occupazione. L’ex ministra per le pari opportunita’ Elena Bonetti,deputata di Italia Viva, vestita di rosso: “C’e’ un altro dato fondamentale, la violenza economica. Troppe donne non denunciano perche’ non hanno l’autonomia per farlo e immaginare una vita diversa. Lasciatemi ricordare un passo fondamentale che questo parlamento ha fatto nella scorsa legislatura e che e’ stata l’istituzione del reddito di liberta’, una misura innovativa che auspichiamo sia resa strutturale e rifinanziata in modo adeguato”. Cosi’ Elly Schlein, anche lei in rosso, eletta nella lista PD nel suo primo intervento alla Camera: “Attenzione, cancellare il reddito di cittadinanza significa cancellare strumenti di emancipazione. Alle donne che escono dalla violenza bisogna garantire una casa e un lavoro dignitoso, non povero o precario; chiudere i divari salariali e di genere, investire nelle infrastrutture sociali ed educative per liberare le donne dal carico di cura che grava sproporzionatamente sulle loro spalle”. E a proposito di cura, qualcuno ricorda anche che la legge italiana al momento dedica solo dieci giorni di congedo obbligatorio ai padri, ottenuti con fatica nella scorsa legislatura: Marco Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra: “Per questo non smettero’ mai di lottare perche’ in Italia venga istituito il congedo obbligatorio di paternita’ di sei mesi, e’ tempo di cambiare anche se alcuni non lo accettano perche’ siamo gia’ cambiati”.
Nov 23, 2022
Ma l’opposizione insiste sull’indipendenza economica

Roma, 23 nov. (askanews) – La tutela delle donne sotto i riflettori alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale dedicata alla violenza di genere, una piaga dei nostri tempi come l’hanno definita molti fra deputati e deputate intervenuti alla Camera nella discussione sulle mozioni sul tema.

Interventi tutti in concordia apparente fra i banchi dei partiti di governo e quelli dell’opposizione: molti ricordano le donne in pericolo nel mondo, e molti che sono gia’ 104 le donne uccise quest’anno in Italia, una ogni tre giorni, in maggioranza in ambito familiare; tutti ribadiscono che bisogna sostenere i centri antiviolenza e le case rifugio e cominciare ad educare al rispetto gia’ dai banchi di scuola, temi su cui aveva gia’ insistito in un videomessaggio ieri la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “C’e’ molto lavoro da fare e intendiamo portarlo avanti a 360 gradi, incentrando il nostro impegno su tre pilastri d’azione: prevenzione, protezione, certezza della pena”.

Ma una differenza fra i partiti si vede soprattutto quando si parla di lavoro: sono i deputati dell’opposizione per lo piu’ a sottolineare che la liberta’ per le donne passa per l’autonomia economica e quindi per la tutela dell’occupazione.

L’ex ministra per le pari opportunita’ Elena Bonetti,deputata di Italia Viva, vestita di rosso: “C’e’ un altro dato fondamentale, la violenza economica. Troppe donne non denunciano perche’ non hanno l’autonomia per farlo e immaginare una vita diversa. Lasciatemi ricordare un passo fondamentale che questo parlamento ha fatto nella scorsa legislatura e che e’ stata l’istituzione del reddito di liberta’, una misura innovativa che auspichiamo sia resa strutturale e rifinanziata in modo adeguato”.

Cosi’ Elly Schlein, anche lei in rosso, eletta nella lista PD nel suo primo intervento alla Camera: “Attenzione, cancellare il reddito di cittadinanza significa cancellare strumenti di emancipazione. Alle donne che escono dalla violenza bisogna garantire una casa e un lavoro dignitoso, non povero o precario; chiudere i divari salariali e di genere, investire nelle infrastrutture sociali ed educative per liberare le donne dal carico di cura che grava sproporzionatamente sulle loro spalle”.

E a proposito di cura, qualcuno ricorda anche che la legge italiana al momento dedica solo dieci giorni di congedo obbligatorio ai padri, ottenuti con fatica nella scorsa legislatura:

Marco Grimaldi di Alleanza Verdi e Sinistra: “Per questo non smettero’ mai di lottare perche’ in Italia venga istituito il congedo obbligatorio di paternita’ di sei mesi, e’ tempo di cambiare anche se alcuni non lo accettano perche’ siamo gia’ cambiati”.