Roma, 16 gen. (askanews) – In un momento di grande incertezza geopolitica, in attesa che alla Casa bianca sia insediata la nuova amministrazione Trump e faccia i primi passi rispetto al suo approccio con alleati e avversari nel quadrante dell’Asia orientale, Cina e Giappone si stanno “annusando” e cercano un interlocutorio riavvicinamento.
Ieri il primo ministro cinese Li Qiang ha incontrato a Pechino una delegazione dei partiti della coalizione di governo che sostiene il primo ministro nipponico Shigeru Ishiba, il Partito liberaldemocratico e la formazione d’ispirazione buddista Komeito, in un incontro dal profilo, per parte cinese, insolitamente alto per un appuntamento interpartitico.
Li – che è anche membro del Comitato permanente del Politburo del Comitato centrale del Partito comunista cinese, il sancta sanctorum del potere cinese – ha sottolineato che le relazioni tra Cina e Giappone si trovano “in una fase cruciale di miglioramento e sviluppo”. Ha inoltre affermato che la ripresa del meccanismo di scambio tra i partiti di governo, dopo quasi sette anni di vuoto, rappresenta “un passo importante” nell’attuazione degli accordi raggiunti dai leader dei due Paesi.
Il primo ministro cinese ha sottolineato che i partiti di governo dei due Paesi dovrebbero concentrarsi sulla “salvaguardia degli interessi fondamentali a lungo termine di entrambe le nazioni”, adottando un atteggiamento responsabile verso i cittadini e la storia.
La delegazione giapponese – secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua – ha espresso la propria volontà di migliorare le relazioni e il proprio impegno a rispettare i principi stabiliti nei quattro documenti politici, tra cui la Dichiarazione Congiunta Giappone-Cina. Inoltre, ha manifestato l’aspettativa di portare avanti scambi a tutti i livelli nel 2025.
Un cenno, quest’ultimo, alla possibilità di un summit a breve tra il presidente cinese Xi Jinping e Ishiba che, secondo i media giapponesi, è nelle aspirazioni di Tokyo. Secondo i media giapponesi, la delegazione ha anche consegnato una lettera del premier nipponico al leader cinese
La riunione viene meno di un mese dopo che il ministro degli Esteri nipponico, Takeshi Iwaya, ha visitato la Cina. Inoltre, parallelamente alla visita di partito a Pechino, una delegazione del Comando di teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese, che sovraintende le operazioni attorno a Taiwan e al Mar cinese orientale, si è recata in Giappone.
Il ritorno al dialogo tra Tokyo e Pechino è iniziato da novembre 2024, quando i due leader si sono incontrati in Perù, a margine del vertice APEC. In seguito, a dicembre, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha visto il suo omologo giapponese in occasione di un meccanismo di scambio culturale.
Questo tentativo di disgelo coincide temporalmente con una fase cruciale. Il ritorno di Trump alla Casa bianca è visto con preoccupazione da Pechino, che teme un inasprimento delle sanzioni e della guerra commerciale, ma anche da Tokyo. Ishiba ha chiesto un incontro al presidente eletto Usa Donald Trump prima della sua inaugurazione, ma è stato sostanzialmente rimbalzato e teme sia la politica protezionistica del tycoon, sia le iniziative diplomatiche personali del futuro presidente, soprattutto in relazione ai suoi possibili rapporti con la Corea del Nord e con la Russia di Vladimir Putin.