Roma, 16 gen. (askanews) – Oxfam accoglie con favore l’annuncio del cessate il fuoco a Gaza, con un accordo iniziale che prevede il rilascio degli ostaggi israeliani e di alcuni detenuti palestinesi. Il tragico bilancio dopo 15 mesi di guerra senza tregua è di almeno 46.000 palestinesi uccisi, oltre 100 mila feriti, decine di migliaia di dispersi e 1,9 milioni di sfollati, ovvero il 90% della popolazione.
Per questo ora è urgente portare aiuti salvavita a una popolazione privata di acqua, cibo e medicine; ponendo fine all’annientamento di Gaza e alle indicibili sofferenze inflitte da Israele alla popolazione.
“Speriamo che questo accordo segni davvero la fine dello spargimento di sangue. Dopo oltre 15 mesi di brutale campagna militare e di blocco deliberato e sistematico all’ingresso degli aiuti da parte delle autorità israeliane, questa pausa è vitale e attesa da tempo. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Mentre si svolge la prima fase dell’accordo, chiediamo che venga garantito l’accesso immediato e senza ostacoli agli aiuti umanitari, assicurando che risorse vitali e assistenza medica possano raggiungere chi ne ha un disperato bisogno in tutta Gaza. Per scongiurare la carestia è fondamentale l’apertura di tutti i valichi e il ripristino delle attività commerciali”.
In questi mesi, con il sostegno economico, politico e militare dei leader mondiali, Israele ha inflitto ai palestinesi di Gaza terribili punizioni collettive, configurabili in molti casi come crimini contro l’umanità.
Ha usato cibo e acqua come armi da guerra, ha sfollato con la forza quasi tutta la popolazione, ha assediato il nord di Gaza e ha reso invivibile l’intera Striscia. Migliaia di palestinesi sono stati detenuti illegalmente e torturati senza un giusto processo.
Azioni che non possono rimanere senza risposta, perché il diritto e le norme internazionali devono essere applicate universalmente e rispettate anche da Israele, che deve rispondere dei crimini di guerra compiuti, affinché sia assicurata giustizia alle vittime e siano scoraggiate future violazioni.
Oxfam chiede inoltre che la comunità internazionale – soprattutto i Paesi che si sono resi complici delle atrocità commesse da Israele – facciano tutto ciò che è in loro potere per garantire che non ci sia un ritorno alla violenza. Impegnandosi a sostenere una Pace equa e inclusiva, che porti alla fine del blocco, ponga fine all’occupazione, smantelli gli insediamenti illegali e affronti le cause profonde del conflitto.
“Questo cessate il fuoco, se applicato e rispettato nelle sue fasi, non deve portare al consolidamento dello status quo, né facilitare l’occupazione permanente o l’annessione de facto di Gaza, che minerebbero ulteriormente la prospettiva di una Pace giusta e duratura. – ha concluso Pezzati – Gli Stati membri dell’ONU e la comunità internazionale devono garantire la rapida e piena attuazione del cessate il fuoco, facilitare l’accesso umanitario senza restrizioni per evitare la carestia e affrontare la devastazione causata dalla guerra. Mantenendo l’impegno, preso in Assemblea Generale, di porre fine al blocco – entrato nel suo diciottesimo anno – e all’occupazione. Ora che i missili e le bombe si sono fermati, questi fragili progressi devono essere protetti ad ogni costo. La brutale campagna militare ha causato immense e prevenibili perdite di vite umane, ha decimato le infrastrutture di Gaza e ha spinto innumerevoli famiglie alla fame. E’ fondamentale quindi impegnarsi per la ricostruzione di Gaza partendo dai bisogni della popolazione.”
Oxfam condanna inequivocabilmente tutte le violazioni del diritto internazionale, compresi gli attacchi del 7 ottobre e la cattura di ostaggi da parte di Hamas e di altri gruppi armati a Gaza.