Roma, 14 gen. (askanews) – Negli anni successivi alla pandemia la crescita dell’economia è stata “imponente”. L’aumento dell’occupazione è risultato allineato a quello dell’economia (+3,5% del tasso di occupazione). Da dicembre 2019 a fine 2024 sono stati creati 1,043 milioni di nuovi posti di lavoro. Il calo del numnero dei disoccupati è stato quasi simile (1,009 milioni). Lo ha sottolineato il presidente dell’Inapp, Natale Forlani, illustrado alla Camera il rapporto 2024 dell’istituto per l’analisi delle politiche pubbliche.
Questi numeri hanno consentito il raggiungimento del record storico in termini di occupati (24,1 milioni) e tasso di occupazione (62,5%). I nuovi posti di lavoro sono equamente distribuiti in termini di genere: +532mila maschi e +511mila donne. L’aumento nelle regioni del Mezzogiorno (+4,2%) risulta superiore a quello delle regioni del Nord (+1,8%). Nel complesso, circa la metà è stata generata dai comparti dei servizi ad alta intensità di occupazione. L’incremento del numero assoluto degli occupati si concentra nella coorte dei lavoratori over 50, che negli ultimi due anni è diventata la componente più numerosa (41%) superando quella tra i 35 e i 49 anni.
E’ migliorata anche la qualità dei nuovi rapporti di lavoro. La crescita dei rapporti a tempo indeterminato (+1,375 milioni) compensa la riduzione di quelli a termine (-288mila) e di una quota dei rapporti part-time (-3%). L’andamento del monte ore complessivamente lavorate risulta in linea con la crescita del numero degli occupati.
Nonostante le performance positive, le criticità rimangono elevate. Il tasso di inattività (33,6%) continua a rappresentare lo zoccolo duro del mancato utilizzo delle risorse umane in età di lavoro. Supera di 10 punti la media Ue per i giovani under 35 e raggiunge il picco del 58,2% per le donne del Mezzogiorno.
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