Roma, 13 gen. (askanews) – Il maltempo torna a colpire l’Italia dopo un 2024 che ha fatto registrare il record di eventi estremi, oltre dieci al giorno, confermando il sempre più pesante impatto dei cambiamenti climatici che alla sola agricoltura sono costati nove miliardi di euro nell’anno appena concluso. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sulla banca dati Eswd diffusa in occasione della nuova perturbazione che sta colpendo soprattutto il Centro Sud flagellato da neve, vento e pioggia, con allerta gialla in sette regioni meridionali a partire da Campania, Basilicata e Calabria. Ma la situazione preoccupa anche in Toscana, Umbria ed Emilia Romagna. Gravi danni si segnalano in provincia di Salerno, dove il vento ha scoperchiato le mettendo a rischio le coltivazioni di insalata, mentre le bufere di pioggia hanno distrutto arnie e ortaggi.
Il risultato degli eventi climatici estremi del 2024 è che agli effetti del maltempo si sono sommati quelli della siccità con cali a doppia cifra per alcune produzioni simbolo dal grano (-20%) all’olio d’oliva (-32%), colpiti dalla mancanza di pioggia, al riso e alle nocciole flagellati dal meteo. Senza dimenticare gli effetti delle epidemie che hanno flagellato le stalle italiane, dalla peste suina africana alla lingua blu, fino all’aviaria, con centinaia di migliaia di animali abbattuti.
Il 2024 ha visto ben 3773 tra nubifragi, grandinate, tornado e tempeste di vento, con un aumento del 9% rispetto al 2023. Ma se si considera il 2014, nel giro di un decennio gli eventi estremi sono praticamente quadruplicati. Un’anomalia peraltro confermata dal dato sulle temperature che, secondo Isac Cnr, hanno visto il 2024 in Italia come il più caldo di sempre, con 1,35° in più rispetto alla media storica, con punte di 1,44 gradi al Centro e al Sud.
Dinanzi agli impatti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, la Coldiretti rilancia quindi la proposta di un piano invasi con sistemi di pompaggio, che consentirebbe di garantire acqua nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti. Si tratta di un progetto, spiega in una nota, immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo.
Sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere la pioggia e utilizzarla in caso di necessità. L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni. Fondamentale in questa ottica il recupero degli invasi già presenti sul territorio attraverso un’opera di manutenzione.