Roma, 11 gen. (askanews) – Il ricorso alla Corte costituzionale, presentato dal Governo contro la legge regionale campana che recepisce (tardivamente) il limite dei due mandati per il presidente della Regione e che consentirebbe all’attuale governatore Vincenzo De Luca di ricandidarsi, ha motivi “politici, ma anche tecnici”. Lo ha detto il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani (FdI), intervistato dal Corriere della sera. “Mi pareva difficile non farlo. La legge 165 del 2004 – ha spiegato – prevede l’elezione diretta e la non ricandidabilità dopo il secondo mandato per i presidenti delle Regioni. Il vincolo, piaccia o meno, già c’è. Ed è nazionale. Non è pensabile altrimenti un’Italia Arlecchino”.
“Secondo i pareri del ministero dell’Interno e delle Riforme portati in Consiglio dei ministri dal sottosegretario Mantovano e dal ministro Casellati la legge è autoapplicativa. Non si deve aspettare che ogni Regione la recepisca quando vuole”, ha sottolineato l’esponente del Governo, anche se, ha riconosciuto, in Veneto l’attuale presidente leghista Luca Zaia “ha utilizzato, in passato, il margine di ambiguità della norma. Ma non è immaginabile che una Regione abbia due mandati, una tre, una quattro. Per questo ci siamo rivolti alla Consulta”.
De Luca dice che avete paura degli elettori. “Non abbiamo paura di nessuno. Vanno rispettati gli elettori, però anche le leggi”, è la risposta di Ciriani. “Non abbiamo voluto fare né un favore a Schlein né al centrodestra. Cinicamente avremmo potuto lasciare la legge che c’è, spaccare il centrosinistra con la candidatura di De Luca e aumentare le nostre chance di vittoria. Ma la prospettiva sarebbe stata il caos istituzionale. Serve serietà”, ha concluso il ministro.