Roma, 11 Gen. – Una scienza che va applicata con il rigore della ricerca. Una definizione che sembra cozzare con un’attività, quella del trading, spesso caratterizzata da un approccio di carattere speculativo. Sembra ma non lo è, perché l’altra faccia della medaglia mostra un modo di operare all’insegna dello studio: Pochi sanno – spiega Gian Massimo Usai, cofondatore del Trend Positioning Research Institute – che, dietro alla scelta di un titolo su cui puntare, vi è un lavoro certosino che si basa su un metodo scientifico. Combinando l’analisi fondamentale con quella tecnica, si riducono gli errori e si dimostra che il trading non è la corsa all’Eldorado ma una forma di investimento con criteri ben delineati e con un’equazione, anch’essa di natura matematica, duratura nel tempo: piccoli profitti meno piccole perdite più grandi guadagni danno come risultato un portafoglio che batte il mercato.
Un metodo che dunque abbina più fasi in un unico filo rosso che conduce all’individuazione del corretto investimento: l’approccio più efficace per un trading a basso rischio e alto rendimento – afferma Efisio Garau, anch’egli cofondatore del Trend Positioning Research Institute – avviene attraverso una pre-analisi a mercati chiusi quando non si è travolti dall’emotività. Osservando migliaia di dati di oltre un secolo e avendo in mano il DNA dei migliori titoli della storia prima dell’inizio del loro trend, abbiamo sviluppato scan avanzati che ci consentono di automatizzare la selezione dell’élite dei titoli di borsa, concentrandoci esclusivamente su quelli con il massimo potenziale. Partendo da migliaia di opzioni, il processo di selezione si restringe progressivamente: prima a poche centinaia di nomi, poi al settore più performante, quindi ai singoli titoli, fino a identificare una ristretta élite. Un percorso che possiamo immaginare come passare dall’osservazione dei mercati dallo spazio all’analisi al microscopio.
Un approccio, dunque, incompatibile con strategie mordi e fuggi o con metodi di trading a breve termine. “Le nostre indicazioni,” spiegano Usai e Garau, “non sono, salvo rare eccezioni, di breve durata. Ci concentriamo sul presente analizzando, ad esempio, le ragioni che spingono un determinato titolo al rialzo e valutando perché potrebbe proseguire su questa traiettoria.” In termini tecnici, questo elemento si definisce catalizzatore: un fattore che, in un dato momento, costringe i mercati in particolare gli investitori istituzionali a rivalutare il prezzo del titolo, innescando un interesse diffuso e favorendo così un ulteriore apprezzamento. Una volta identificate le motivazioni che guidano il movimento di un titolo, si monitora l’andamento dei prezzi (Price Action) utilizzando l’analisi tecnica, al fine di individuare il momento ottimale per acquistare l’azione, noto come Market Timing. Questo concetto, che rappresenta il momento preciso per comprare un titolo, viene definito anche Specific Buy Point secondo il metodo del Trend Positioning Research. Questo approccio si distingue nettamente dalla concezione tradizionale di Market Timing, spesso associata alla strategia “compra sui minimi e vendi sui massimi”. Si tratta di regole elaborate attraverso uno studio frutto di uno studio matto e disperatissimo per dirla alla Leopardi, spiegate nel libro Trend Positioning. Qui vengono illustrati i passaggi fondamentali per muoversi con successo nei mercati finanziari.