Venezuela, Maduro si insedia nell’isolamento internazionale – askanews.it

Venezuela, Maduro si insedia nell’isolamento internazionale

Terzo mandato alla guida del regime in crisi nma che ancora resiste
Gen 9, 2025

Roma, 9 gen. (askanews) – Nicolas Maduro giurerà domani un nuovo mandato di sei anni (il terzo consecutivo) come presidente del Venezuela, dopo un’elezione contestata sia dall’opposizione che dagli organismi internazionali e sullo sfondo di una persistente crisi economica e sociale del Paese – nonché di un crescente isolamento politico.

Stando alle indiscrezioni della vigilia infatti saranno pochissimi i Capi di Stato e di governo presenti alla cerimonia: persino Brasile e Colombia, tradizionalmente non ostili al regime di Caracas, invieranno dei rappresentanti diplomatici; il governo venezuelano, non a caso, non ha ancora reso nota la lista ufficiale dei partiti.

Malgrado tutte le difficoltà tuttavia il regime chavista continua a reggere, essenzialmente per due motivi: il primo l’alternativa – che al di là delle etichette dei singoli leader oppositori si riassume in un semplice ritorno dell’oligarchia di destra – viene ancora considerata peggiore, visti i precedenti storici.

Non è peraltro ancora chiaro se l’opposizione, che rivendica la vittoria elettorale, sceglierà di manifestare contro Maduro: il suo candidato presidenziale, Edmundo Gonzalez, al momento è in esilio in Spagna e la vera leader, Maria Corina Machado, si torva in clandestinità per evitare l’arresto.

Senza contare che all’indomani del voto il regime non ha esitato ad usare la violenza per reprimere ogni dissenso, il che porta al secondo motivo della sopravvivenza del chavismo: il perdurante sostegno delle forze armate.

Chavez proveniva dai ranghi dell’esercito e il suo regime è stato ben attento a favorire in ogni modo colonnelli e generali – tradizionalmente ultraconservatori – che di fatto sono diventati fra i principali beneficiari delle politiche governative.

Stando così le cose, malgrado l’isolamento internazionale è difficile che Maduro possa perdere il potere in tempi brevi: sarebbe necessaria un’opposizione credibilmente democratica accettabile come tale da quell’ampia fascia di popolazione che dal chavismo ha avuto quanto meno qualche beneficio sociale, e che teme un semplice ritorno a un passato ricordato ancora come ancora peggiore.

E tuttavia è vero che il credito del regime è in esaurimento, prova ne sia l’emigrazione di massa che ha riguardato oltre sette milioni di persone; lo stesso Maduro è stato costretto a ricorrere a delle politiche economiche ben lontane dal “socialismo del XXI secolo” predicato da Chavez per cercare di tenere a bada un’inflazione galoppante.

Il tutto in un Paese che costituisce un esempio perfetto della “maledizione delle materie prime”: una ricchezza petrolifera che malgrado il riuscito monopolio statale è stata sempre utilizzata a beneficio di pochi e come ricompensa per la fedeltà politica, sia dalla destra che dalla sinistra.