Città del Vaticano, 9 gen. (askanews) – “Abbiamo il dovere di esercitare il massimo sforzo per la cura della nostra casa comune e di coloro che la abitano e la abiteranno”. Il richiamoa Stati e Governi del mondo è venuto stamane da Papa Francesconel corso del suo discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.
Il Papa ha ricordato che “nel corso della COP 29 a Baku sono state adottate decisioni per garantire maggiori risorse finanziarie per l’azione climatica. Mi auguro – haaggiunto – che esse consentano la condivisione delle risorse a favore dei molti Paesi vulnerabili alla crisi climatica e sui quali grava il fardello di un debito economico opprimente”.
“In quest’ottica, mi rivolgo alle nazioni più benestanti perché condonino i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli. Non si tratta solo di un atto di solidarietà o magnanimità, ma soprattutto di giustizia, gravata anche da una nuova forma di iniquità di cui oggi siamo sempre più consapevoli: il ‘debito ecologico’, in particolare tra il Nord e il Sud”.
In questo senso, secondo Francesco, sarà “importante individuare modalità efficaci per convertire il debito estero dei Paesi poveri in politiche e programmi efficaci, creativi e responsabili di sviluppo umano integrale. La Santa Sede – ha quindi garantito – è pronta ad accompagnare questo processo nella consapevolezza che non ci sono frontiere o barriere, politiche o sociali, dietro le quali ci si possa nascondere”.