Genova, 29 dic. (askanews) – La Società Nazionale di Salvamento (Sns) che da 150 forma i bagnini da salvamento in mare ha inviato una lettera-appello al Vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini per chiedere il suo intervento affinchè venga rivista l’introduzione del monopolio sui corsi di formazione dei bagnini di salvataggio introdotta dal decreto ministeriale 85/2024 che sta determinando proteste e ricorsi in tutta Italia. Il nuovo Regolamento infatti consente d’ora in poi di organizzare corsi solo alla Federazione italiana nuoto (Fin), con esclusione delle altre due storiche associazioni che in precedenza se ne occupavano. la Società nazionale di salvamento (Sns) e la Federazione italiana salvamento acquatico (Fisa).
“L’unico ente autorizzato a rilasciare le abilitazioni di salvamento è diventata la Fin, il cui attuale presidente è l’onorevole Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati”, denuncia la lettera della Sns a Salvini, firmata dal presidente Fortunato Comparone, con esclusione Sns e di Fisa, che da decenni addestrano i bagnini di salvamento e che ora per continuare la propria attività dovranno sottoporsi a corsi di abilitazione organizzati dalla Fin”.
La denuncia-appello a Salvini della Sns contesta anche l’innalzamento del limite per esercitare il mestiere del bagnino di salvataggio, passato da 16 a 18 anni di età. A causa di causa di ciò, afferma Comparone, “per la prossima stagione estiva oltre il 35% delle coste italiane potrebbe rimanere sprovvisto di bagnini di salvamento”. Per questo, il presidente della Sns chiede a Salvini che “il suo ministero si attivi per un’immediata valutazione di modifica al decreto per introdurre correttivi che garantiscano pluralità formativa, trasparenza e accesso equo alle opportunità nel settore”. (segue)