Trieste, 23 dic. (askanews) – Il 2024 si chiude con un bilancio di sostanziale tenuta per il tessuto industriale del Friuli Venezia Giulia nonostante il complesso scenario geopolitico internazionale: lo evidenzia il Presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, tracciando un quadro della situazione economica durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno svoltasi questa mattina nella sede di piazzetta del Portello.
“In un contesto mondiale segnato da crisi e tensioni, con la perdita del mercato russo e le difficoltà nelle relazioni con la Cina, la nostra economia ha dimostrato una notevole capacità di resistenza, mantenendo i livelli produttivi”, sottolinea Agrusti. Il Presidente cita in particolare la positiva risoluzione del caso Wärtsilä a Trieste, “frutto di una straordinaria battaglia condotta unitariamente dalle forze politiche ed economiche del territorio”. Se il comparto della subfornitura automotive e, in parte, quello dell’elettrodomestico mostrano alcune criticità, con un fisiologico aumento del ricorso alla cassa integrazione, la tenuta del settore legno-arredo contribuisce a delineare un quadro complessivamente rassicurante. “A fronte di tutti i cigni neri incrociati, le cose sono andate meglio di quanto potessimo immaginare”, osserva Agrusti. Guardando al 2025, il Presidente di Confindustria Alto Adriatico intravede “qualche speranza in più”, legata in particolare a una possibile conclusione del conflitto in Europa e alla prospettiva di ricostruire più ampie relazioni industriali e commerciali. “Gli impatti delle politiche economiche della nuova amministrazione americana andranno attentamente valutati”, conclude Agrusti, “ma potrebbero avere un effetto benefico, spingendo l’Europa a una maggiore unità”. Confindustria Alto Adriatico, assieme a Regione e CCIAA di Pordenone-Udine lavorerà presto al piano decennale per la manifattura, strumento estremamente importante di cui Agrusti ha illustrato questa mattina i pilastri fondamentali su cui si baserà. “Anzitutto la crescita dimensionale delle piccole imprese con meno di 15 dipendenti – che costituiscono oltre l’80% del sistema manifatturiero – promuovendo tra di esse aggregazione ed evoluzione tecnologica. Inoltre, la creazione di un modello di partnership tra grandi imprese e subfornitori con l’obiettivo di favorire l’evoluzione tecnologica delle piccole con quelle di maggiori dimensioni. Infine, la digitalizzazione del sistema industriale in linea con i concetti di Industria 4.0 e 5.0”.