Roma, 19 dic. (askanews) – Promuovere la competitività del Sistema Paese, stimolarne la sicurezza economica e l’autonomia strategica, rafforzare la coesione sociale e territoriale e sostenere il percorso verso una ‘Just Transition’. Sono le quattro priorità definite nel nuovo Piano Strategico 2025-2027 di Cassa depositi e prestiti che stanzia risorse importanti come afferma l’amministratore delegato e direttore generale, Dario Scannapieco: “E’ un Piano in continuità con quello del passato ma con molte, molte novità, Cassa depositi e prestiti impiegherà 81 miliardi di risorse in finanziamenti di investimenti, sostenendo circa 170 miliardi di investimenti complessivi. Ci sarà un focus su una maggiore attività con le imprese: cercheremo anche di andare a servire quelle imprese che oggi sono meno servite dal mercato del credito. Una graduale resa di rischio per cercare di servire quei progetti innovativi in ambito Esg, innovazione anche un po’ nel Mezzogiorno per cercare di avere un impatto maggiore”.
Queste risorse verranno mobilitate verso il tessuto economico lungo i cinque pilastri attraverso i quali si indirizzerà l’azione del Gruppo nei prossimi tre anni: Business, Advisory, Equity, Real Asset e Internazionale. Linee di intervento che puntano a generare un impatto significativo a livello economico e sociale, con effetti positivi concreti e tangibili su imprese, infrastrutture, Pubblica Amministrazione e territori, anche a livello internazionale. Un Piano che non rappresenta una lista di buone intenzioni, ma con obiettivi concreti come aggiunge il presidente di Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini: “Questi numeri non sono stati inventati, sono costruiti dal basso sulla base di prospettive di effettivo impiego che derivano dalla nostra esperienza. Quando si dice che si investono X miliardi nelle infrastrutture è perché guardando quello che abbiamo fatto in passato, ragionevolmente pensiamo che questo possa essere il numero corretto per i prossimi 3 anni e in questa logica non è una lista di buone intenzioni e basta”.
Il Piano precedente ha superato i target fissati, con un contributo al Pil di circa l’1,6% e una media di 410 mila posti di lavoro annui creati o mantenuti nello stesso periodo, con una quota elevata di donne e giovani.