Milano, 19 dic. (askanews) – Secondo gli ultimi dati Istat, sono oltre due milioni le famiglie in Italia in stato di povertà assoluta. Ed è proprio per sostenere chi più ha bisogno di aiuto che tredici anni fa è partito “Da Chicco a Chicco”, un progetto di economia circolare che consiste nel trasformare la capsule del caffè usate in una risorsa, attraverso il riciclo delle sue due componenti: l’alluminio e il caffè. Quest’ultimo viene riutilizzato come fertilizzante per coltivare il riso che poi viene acquistato da Nespresso e donato al Banco alimentare della Lombardia, del Lazio, del Piemonte della Puglia e, da quest’anno, dell’Emilia Romagna.
“Il progetto da Chicco a Chicco di Nespresso nasce in collaborazione con Banco alimentare della Lombardia nel 2011 – spiega Anna Clerici, Responsabile Comunicazione e Fundraising Banco Alimentare Lombardia – Noi aspettiamo questa donazione perché facciamo fatica a recuperare riso come eccedenza dalla filiera agroalimentare, e non so se anche per la situazione del cambio climatico, il riso non soltanto scarseggia ma in questi anni possiamo dire che al Banco alimentare il riso manca. La donazione di Nespresso è quella principale, la più importante che riceviamo nell’anno”. “Quest’anno Nespresso – prosegue – dona ben mille quintali a livello nazionale di riso, di cui oltre i 470 sono in Lombardia. Questi 470 quintali corrispondono a circa 530.000 piatti di riso che noi faremo arrivare sulle tavole di chi è in difficoltà attraverso l’organizzazione caritative del territorio”.
“Il riso è un alimento versatile, estremamente nutriente, che si combina con tantissime tipologie di diete e oltretutto genera pochi scarti – afferma Silvia Totaro, responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana – per cui poche eccedenze: è un prodotto perfetto per dare vita e un prosieguo ad un progetto di economia circolare come quello che ormai da 13 anni ci fa sempre compagnia. La novità di quest’anno è che oltre a continuare a collaborare con Banco alimentare abbiamo avviato anche la collaborazione con la Fondazione progetto Arca, quindi attraverso le loro cucine mobili distribuiremo il riso in quattro città italiane: Milano, Roma, Torino e Bari”.
L’obiettivo è fornire alle persone che vivono per strada un primo aiuto attraverso un piatto caldo e nutriente. E apprezzato in particolare da chi proviene da Asia ed Africa.
“L’iniziativa è importantissima perché ci permette di ampliare il numero di persone che riusciamo a raggiungere con le cucine mobili – dice Alberto Sinigallia, presidente Fondazione progetto Arca -. Il nostro limite ovviamente non sono le persone che mangiano ma sono le derrate alimentari, per cui ogni chilo di riso dà la possibilità a 11 persone di alimentarsi in più. Abbiamo veramente tantissime richieste, siamo fuori i 7 giorni su 7 ma non riusciamo ovviamente arrivare a tutte le persone che ci chiedono il cibo. Tenete presente che sono a Milano sono 4.000 senza dimora e noi usciamo con 100 pasti e 150 pasti a sera, per cui aumentare il numero di cibo, di riso con con le verdure o con il pollo, è fondamentale”.