Milano, 19 dic. (askanews) – In Lombardia i pediatri di famiglia potranno offrire ai genitori concrete indicazioni nell’affrontare uno dei principali temi inerenti il perseguimento di corretti stili di vita in una visione di globalità della salute, cioè l’educazione all’utilizzo delle tecnologie digitali nei loro disparati aspetti. Lo prevede un progetto, battezzato “custodi digitali”, proposto dal SiMPeF (Sindacato Medici Pediatri di Famiglia) all’assessorato al Welfare della Regione, che lo ha accettato. È stato così contrattualizzato tra i compiti professionali dei pediatri sotto forma di strumento di “governo clinico” per il potenziamento dell’assistenza territoriale. Lo sviluppo del progetto ha messo in capo ai pediatri di famiglia, quali figure centrali dell’intera operazione, il compito di sostenere i genitori già a partire dal giorno di nascita dei figli.
“È del tutto opportuno – osserva il segretario nazionale SiMPeF, Rinaldo Missaglia – farsi carico di un’operazione che si prefigge di costituire un valido contrasto al mal utilizzo dei supporti digitali che ormai da troppo tempo sta assumendo caratteristiche di vera e propria ‘epidemia’. Oltre 500 pediatri lombardi nostri associati sono stati supportati per la formazione delle necessarie competenze applicative affidandosi alla collaborazione con l’Associazione Mec (Media Educazione Comunità). Grazie alla numerosità dei pediatri di famiglia arruolati nella progettualità, a regime, sarà raggiunta la quasi totalità delle famiglie di circa un milione e duecentomila assistiti in età evolutiva lombardi”.
Questo modello di intervento realizzato da un collaborazione tra Associazione Mec, Università Milano Bicocca e Sicupp Società Italiana Cure Primarie Pediatriche, a seguito della avvenuta formazione e relativa certificazione, ribadisce la responsabile scientifica della Formazione di SiMPeF, Monica de’ Angelis, fornisce ai pediatri alcuni materiali per la concreta applicazione del progetto quali le schede di educazione digitale per genitori divise per fasce di età, che il pediatra può utilizzare in studio durante i bilanci di salute, una guida per i pediatri di famiglia, una guida per genitori, e altri strumenti che diventano materiale di approfondimento e di lavoro per il pediatra di famiglia.
L’obiettivo generale del progetto è rendere i genitori più consapevoli dei propri comportamenti e delle proprie abitudini relativamente all’utilizzo dei dispositivi digitali, al fine di far loro comprendere come gestire i dispositivi digitali all’interno del loro habitat (tempi, modalità, regole) affinchè diventino alleati della crescita e dello sviluppo dei propri figli e non un elemento di ostacolo, o peggio ancora di danno alla salute.
“È fondamentale – sostiene il coordinatore del progetto custodi digitali, Marco Grollo – che l’educazione digitale inizi fin dai primi giorni di vita, e si integri con l’educazione emotiva e relazionale: la letteratura scientifica infatti ha evidenziato in modo sempre più chiaro negli ultimi anni che l’esposizione precoce agli schermi, soprattutto nella fascia 0/6 anni ha molti effetti sulla salute e sul benessere dei bambini: provoca interruzioni nella relazione mamma- bambino, effetti sullo sviluppo neuro-cognitivo, ritardi nell’acquisizione del linguaggio, e sono documentati molti altri effetti sul benessere e sulla salute”.
In particolare i primi mille giorni di vita sono importantissimi nello sviluppo, ma sono in aumento le percentuali di madri che allattano con lo sguardo rivolto al proprio smartphone, anzichè al proprio bambino, e che nel periodo dello svezzamento usano gli schermi come diversivo per far mangiare i loro piccoli, o per intrattenerli financo quando sono all’aperto. Quindi è necessaria una “inversione di rotta e una azione educativa e culturale comune volta al benessere dei bambini ma anche delle famiglie” aggiunge.
La Regione Lombardia è la prima in Italia ad aver ha inserito “custodi digitali” tra i progetti di “governo clinico” dei pediatri di famiglia e la partecipazione, supportata dal Sindacato Medici Pediatri di Famiglia, è stata molto ampia tanto da prevedersi la capillarità di interessamento dell’intera popolazione infantile censita nelle liste di assistenza pediatrica. “Auspichiamo – conclude Missaglia – che la pediatria di famiglia lombarda sia da considerare esempio di eccellente capacità assistenziale e che la fattiva relazione con le Istituzioni sanitarie preposte possa rivestire il ruolo di apripista verso le altre regioni affinché si prendano importanti e urgenti provvedimenti per arginare i danni sul neurosviluppo che l’uso improprio del digitale e degli schermi stanno producendo ormai da troppo tempo”.