Bruxelles, 17 dic. (askanews) – La Commissione europea presenterà a marzo la sua nuova proposta legislativa sui rimpatri dei migranti irregolari giunti nell’Ue e che non hanno diritto all’asilo. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nella sua ormai consueta lettera sul tema dell’immigrazione ai capi di Stato e di governo a ogni vigilia delle riunioni del Consiglio europeo.
“Come annunciato nella mia lettera del 14 ottobre (prima dell’ultimo Consiglio europeo a Bruxelle, ndr), un quadro legislativo più forte nell’area dei rimpatri sarà una delle prime proposte principali del nuovo collegio (dei commissari europei, ndr) e una proposta per un nuovo approccio comune sui rimpatri sarà presentata prima del Consiglio europeo di marzo”, ovvero il vertice dei capi di Stato e di governo previsto per il 20 marzo.
“Il commissario Magnus Brunner, responsabile per gli Affari interni e la migrazione, ha già avviato consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo e altre parti interessate – continua von der Leyen – per garantire che la proposta risponda pienamente alle esigenze sul campo e per sostenere la proposta con una solida base di prove. L’obiettivo è rendere il processo di rimpatrio più semplice, rapido ed efficiente, per portarlo al nuovo standard della procedura di asilo semplificata ai sensi del Patto” sull’immigrazione e l’asilo.
“La nuova legislazione coprirà anche i diritti e gli obblighi dei rimpatriati, incentivando la loro cooperazione e chiarendo al contempo le conseguenze di una loro mancata cooperazione, affrontando così efficacemente il divario tra le decisioni di rimpatrio emesse e i rimpatri effettivi”, precisa ancora la presidente della Commissione.
Inoltre, aggiunge von der Leyen, “per supportare il nuovo approccio comune sui rimpatri, una proposta giuridica sulla digitalizzazione della gestione dei casi di rimpatrio seguirà più avanti nel 2025, coprendo le complesse questioni di interoperabilità, condivisione dei dati e protezione dei dati. Data l’urgenza, abbiamo già accelerato i lavori di uno studio dedicato, che traccia la mappa dello scenario attuale e che confluirà nella progettazione del nuovo sistema”.
La presidente della Commissione annuncia anche che continuano i lavori sui “modi innovativi” di gestire l’immigrazione irregolare e per precisare il concetto dei centri per i rimpatri (“hub di rimpatrio”) in paesi terzi sicuri. “Come stabilito nelle conclusioni di ottobre” del Consiglio europeo, “abbiamo approfondito la nostra analisi di ‘modi innovativi’ per contrastare l’immigrazione illegale, dando seguito alle priorità segnalate dagli Stati membri”.
Su questo punto, riferisce von der Leyen, “sono in corso discussioni con gli Stati membri, anche al Consiglio Giustizia e Affari interni della scorsa settimana, sullo sviluppo del concetto di ‘hub di rimpatrio’ nei paesi terzi. Stiamo valutando il modo migliore per introdurre nel quadro giuridico la possibilità di istituire questi hub. Dobbiamo esaminare gli aspetti legali, operativi e pratici, nonché le implicazioni finanziarie di tali hub, nel rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento. Oltre al lavoro con organizzazioni internazionali come Unhcr e Oim, la cooperazione con i paesi terzi sarà fondamentale per il nostro successo, anche come parte del lavoro per sviluppare partenariati più approfonditi”.
“Il Patto stesso introduce già elementi innovativi, tra cui l’allineamento del concetto di paese terzo sicuro nel regolamento sulla procedura di asilo con gli standard internazionali, introducendo al contempo una maggiore flessibilità per la sua applicazione rispetto all’attuale ‘acquis’ (diritto acquisito, ndr). Stiamo accelerando la revisione di questo concetto, avviando consultazioni con gli Stati membri, il Parlamento europeo, l’Unhcr e l’Oim e alcune Ong mirate, per valutare se siano necessarie modifiche al regolamento. Mentre il regolamento (sull’asilo, ndr) si applicherà da giugno 2026, stiamo valutando come possiamo promuovere l’applicazione di questi concetti. Abbiamo già chiesto all’Agenzia dell’Ue per l’asilo di accelerare l’analisi dei paesi terzi specifici che potrebbero potenzialmente essere designati come paesi di origine sicuri e paesi terzi sicuri, al fine di stilare elenchi Ue”, conclude von der Leyen.