Bruxelles, 16 dic. (askanews) – L’Ue deve prendere contatto a livello diplomatico con il nuovo governo che si è inseditao in Siria, guidato dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, dopo la caduta del regime di Bashar al Assad, e decidere a che livello stabilire le relazioni con il nuovo regime, anche tenendo conto du quello che faranno tutti gli attori regionali arabi, la Turchia e gli Stati Uniti, perché “la Siria affronta un futuro ottimista, positivo ma piuttosto incerto e dobbiamo assicurarci che vada nella giusta direzione” Lo ha affermato stamattina Kaja Kallas, parlando alla stampa stamattina all’arrivo al suo primo Consiglio affari esteri che presiederà come nuova Alta Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell’Ue.
Durante la riunione ministeriale, ha detto Kallas, “affronteremo tre argomenti principali: prima la Siria, poi l’Ucraina e poi la Georgia. Per quanto riguarda la Siria, sabato ero in Giordania – ha ricordato – a un incontro con le nazioni arabe, così come con la Turchia e gli Stati Uniti, per discutere i principi dell’impegno con la nuova leadership della Siria, cosa ci si aspetta da loro. Penso che sia molto importante che gli attori regionali e quelli internazionali vedano la situazione allo stesso modo, e vogliano che questo paese sia stabile e pacifico, compreso il governo in carica. Penso che fosse importante concordare su questi principi”.
“Ho anche incaricato i più importanti diplomatici europei in Siria – ha riferito l’Alta Rappresentante – di andare a Damasco per stabilire contatti con il nuovo governo e la gente del posto. Quindi, oggi discuteremo nel Consiglio per gli Affari esteri su come impegnarci con la nuova leadership della Siria e a quale livello impegnarci con loro, e naturalmente quali altri passi siamo disposti a compiere se vediamo che la Siria va nella giusta direzione”.
“Sull’Ucraina – ha aggiunto Kallas -, i ministri degli Esteri oggi adotteranno il 15° pacchetto di sanzioni” contro la Russia e gli altro attori che hanno responsabilità nella guerra di aggressione ruussa. Il pacchetto “include sanzioni alla flotta ombra” che aggira le sanzioni contro il petrolio russo, “e ai funzionari della Corea del Nord e alle aziende cinesi che stanno consentendo questa guerra. Inviamo un messaggio chiaro, che chiunque consenta a questa guerra di continuare deve pagare un prezzo”.
A un giornalista che chiedeva se si parlerà del possibile invio di contingenti militari europei per mantenimento della pace in Ucraina, nel caso in cui vi sia un cessate il fuoco con la Russia (un’ipotesi di alcuni leader dell’Ue parleranno a una cena informale alla Nato mercoledì), l’Alta Rappresentante ha risposto: “Beh, prima deve esserci la pace, per poter inviare le forze di mantenimento della pace; e la Russia non vuole la pace, questo è molto chiaro”. Kallas ha citato a questo punto un’intervista di una settimana fa di Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri russo, a Tucker Carlson dell’AP: “Se guardate l’intervista – ha detto -, è chiaro che non hanno fatto un passo indietro dai loro obiettivi, quindi non possiamo discuterne”.
I ministri degli Esteri discuteranno infine “sugli sviluppi che stiamo vedendo in questo momento in Georgia, che non stanno andando nella giusta direzione”, ovvero “nella direzione in cui dovrebbe andare un paese candidati. Perciò discuteremo – ha spiegato l’Alta Rappresentante – quali sono le conseguenze per il governo georgiano che usa la repressione e tutti gli strumenti che sta usando contro l’opposizione nel Paese. Che cosa possiamo fare dalla parte europea? Una questione è ovviamente quella delle sanzioni, e l’altra è anche limitare il regime dei visti” che permettono a queste persone di viaggiare nell’Ue.
Su questo punto, come è noto, c’è un problema perché l’Ungheria è assolutamente contraria a sanzionare la Georgia. “Abbiamo avuto delle discussioni e ovviamente – ha detto Kallas – siamo 27 democrazie con le loro idee, quindi ci vuole tempo, ma sì, abbiamo proposto l’elenco per queste persone da sanzionare, persone che usano davvero la forza e la violenza contro l’opposizione, e stiamo anche discutendo del regimi dei visti, di come eventualmente limitarli” per le persone responsabili, “e se decidere di incaricare la Commissione europea di elaborare quella proposta”.
La lista delle sanzioni, ha precisato, “è già stata proposta, la discussione non più tanto su questo, ma tutti devono essere d’accordo sulla lista, quindi non ci siamo ancora. Vedremo se ci arriveremo, e che cosa succederà alle elezioni presidenziali, poi la presidente (quella attuale, Salomé Zourabichvili, ndr) è in carica e fino al 29 dicembre: potrebbe succedere molto nel frattempo”.
Tornando sulla Siria, in risposta alle domande dei giornalisti, Kallas ha spiegato che “prima dobbiamo discutere a quale livello ci impegnamo con la nuova leadership siriana, e poi che tipo di misure siamo disposti a prendere per avere relazioni con loro”. Perché, ha sottolinetao, “per noi non sono solo le parole che contano, ma vogliamo vedere i fatti andare nella giusta direzione: non è solo quello che dicono, ma anche quello che fanno. Penso che le prossime settimane e mesi mostreranno se andranno nella giusta direzione e penso che allora saremo anche aperti a discutere i prossimi passi”.
L’Alta rappresentante ha poi osservato che non è vero che l’Ue si stia muovendo troppo lentamente riguardo all’evolvere della situazione in Siria: “Penso che siamo stati molto rapidi in questo processo. Voglio dire, sabato ero in Giordania e abbiamo discusso con i Paesi arabi, così come con la Turchia e gli Stati Uniti, su come impegnarci e quali sono le condizioni per impegnarci, e quello che ci attendiamo” con il nuovo regime siriano. “E penso che sia molto importante che abbiamo la stessa visione del quadro della situazione, perché sono importanti non solo gli attori internazionali, ma anche gli attori regionali. Penso che non possiamo lasciare un vuoto, e che non l’abbiamo fatto. Voglio dire: il nostro diplomatico più importante in Siria andrà a Damasco oggi, avrà i contatti lì e discuteremo anche con i ministri degli Esteri su quale sarà il livello di impegno e come procedere da qui in avanti. Quindi, penso che in termini di funzionamento normale dell’Unione europea siamo stati piuttosto rapidi”.
Quanto al messaggio ai siriani riguardo al ruolo della Russia e dell’Iran, che si sono improvvisamente e inaspettatamente disimpegnati dal sostegno al regime di Assad, determinandone la caduta, Kallas ha rilevato che questo “mostra chiaramente a tutti, e possiamo anche parlarne liberamente, che, sapete, Russia e Iran non sono vostri amici, non vi aiutano se siete nei guai. Hanno abbandonato il regime di Assad, e questo è un messaggio molto chiaro, che mostra che sono indeboliti, e penso – ha concluso – che questo sia un messaggio positivo per il mondo”.