Roma, 16 dic. (askanews) – Anche secondo Isabel Schnabel, l’esponente tedesca del Comitato esecutivo della Bce, ritenuta dell’ala più intransigente nel direttorio, il ripristino della stabilità dei prezzi nell’area euro “è a portata di mano”. E “considerati rischi e incertezze che continuiamo ad affrontare, la linea di azione più appropriata è abbassare i tassi di riferimento gradualmente verso un livello neutrale”.
Schnabel ha rilasciato i suoi commenti, insolitamente accomodanti, durante un simposio organizzato a Parigi dal Cepr. Ma ha anche messo le mani avanti su quella che sarà la fase successiva per la Bce: non si potrà tornare a politiche monetarie di stimolo ultra espansive, dato che si sono dimostrate incapaci di risolvere i problemi strutturali della bassa crescita: questo spetta piuttosto a riforme e governi.
Al momento “la crescente fiducia di un calo sostenibile dell’inflazione verso il nostro obiettivo del 2% ha consentito al Consiglio direttivo di rimuovere una parte consistente della restrizione monetaria negli ultimi sei mesi. Con la nostra decisione della scorsa settimana (giovedì scorso la Bce ha tagliato nuovamente i tassi di interesse dell’eurozona di 0,25 punti percentuali) il tasso sui depositi, al 3%, è un punto percentuale al di sotto del suo picco”.
“Con i tassi di interesse che si avvicinano al territorio neutrale e con i rischi sulle prospettive di inflazione che appaiono ampiamente bilanciati, la politica monetaria deve procedere gradualmente e restare legata ai dati”, ha detto.
Secondo Schnabel, in questo modo si può assicurare che l’inflazione non si stabilizzi sopra l’obiettivo del 2% ed evitare al tempo stesso indebolire oltre il necessario mercati del lavoro e economia.
Più avanti, “una volta che la stabilità dei prezzi sarà stata ripristinate in maniera sostenibile, i comportamenti rispetto all’inflazione muteranno in misura tale da consentire alle banche centrali di tollerare deviazioni moderate dell’inflazione rispetto al valore obiettivo, in ambo le direzioni”.
Secondo la banchiera centrale tedesca, dati i limitati margini di manovra, la politica monetaria dovrà quindi concentrarsi sul “rispondere energicamente” a eventuali shock che dovessero avere la capacità di destabilizzare le aspettative di inflazione.
Infine “la politica monetaria non è uno strumento per sostenere l’offerta. Non può risolvere problemi strutturali che pesano sulle pressioni dei prezzi, come è stato nel 2010 quando una linea altamente accomodante sul lungo periodo – ha sostenuto – è stata incapace di risollevare l’economia dalla bassa crescita, bassa inflazione. Di questo sono responsabili le politiche strutturali che vengono decise dai governi”. (fonte immagine: ECB 2024).