Seoul, 11 dic. (askanews) – Un’unità investigativa speciale della polizia sudcoreana ha perquisito l’ufficio presidenziale, una settimana dopo il fallito tentativo del presidente Yoon Suk Yeol di imporre la legge marziale nel Paese.
Inoltre, secondo un funzionario del servizio carcerario, l’ex ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun, in carica durante la breve legge marziale della Corea del Sud, avrebbe tentato il suicidio.
Secondo l’agenzia Yonhap, avrebbe provato ad uccidersi poco prima di essere arrestato formalmente per il suo ruolo nella legge marziale in vigore per breve tempo, nella notte tra il 3 e il 4 dicembre. Kim Yong-hyun si era dimesso giovedì scorso, il giorno dopo l’abrogazione della legge.
Accusato di aver svolto un “ruolo cruciale durante una ribellione” e di aver commesso un “abuso di potere per ostacolare l’esercizio dei diritti”, l’ex ministro della Difesa è detenuto da domenica. “L’intera responsabilità della situazione ricade esclusivamente su di me”, ha detto martedì Kim Yong-hyun, in una dichiarazione presentata dai suoi avvocati, secondo i quali l’ex ministro si è scusato “profondamente”. Kim è stato accusato dai parlamentari dell’opposizione di avere ordinato l’invio di droni a Pyongyang, nel tentativo apparente di creare un casus belli con il Nord, che sarebbe servito da pretesto per proclamare la legge marziale.